Milano – L'Inter consolida il pareggio di Manchester e, con la Stella Rossa, conquista i tre punti all'esordio casalingo portandosi ai piani alti del grattacielo di Champions League chiamato classifica. 4-0 il finale, di Calhanoglu, Arnautovic, Lautaro e Taremi su rigore i gol. E' una squadra affamata quella presentata in campo da Simone Inzaghi, un piacevole mix tra seconde linee in cerca di un posto al sole e senatori al lavoro per ritrovare la forma scudettata. De Vrij al centro della difesa, Augusto e Zielinski in mediana, addirittura Taremi e Arnautovic in attacco: la rotazione del tecnico c'è e si sente, con l'unico cruccio di attendere forse troppo a lungo il colpo del ko, che comunque arriva poco prima dell'ora di gioco. Ovvio, le curiosità maggiori sono sul duo d'attacco, e per Mehdi Taremi e Marko Arnautovic sono applausi a scena aperta.
L'iraniano, soprattutto, mette alle strette la difesa a cinque (in fase di non possesso) di Vladan Milajevic: uscendo per trascinarsi dietro il centrale e dettare il filtrante, soprattutto recuperando palla sulla trequarti. In settanta minuti di gioco sono cinque occasioni create per due assist, e alla fine Lautaro non può che concedergli la battuta del rigore che vale il poker. Ma anche Arnautovic risponde presente, magari peccando in zona gol nel primo tempo (prima di colpire nella ripresa), di certo prodigandosi con continuità in fase di ripiegamento, cementando ancora di più la fascia sinistra quando Bastoni sale in fase di costruzione.
Perché, come detto, l'Inter che scende in campo davanti agli oltre 56.000 di San Siro è affamata, alta e aggressiva tanto da rendere costantemente prevedibile la costruzione dal basso della Stella Rossa, e tutt'altro che sbilanciata quelle poche volte che i serbi fanno capolino in attacco. Simone Inzaghi testa la profondità della rosa e ottiene riscontri importanti nello scenario più ambizioso. E nella panoramica di “pollici alzati" c'è anche Lautaro ancora in gol dopo Udine, altre tossine da scrollarsi di dosso. L'Inter c'è, corale e vincente: per dimenticare il derby ci vogliono vittorie. E certezze.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su