È tornata la Champions League e con essa l'Inter d'Europa. Quella che fa la partita. Che fa gioco. Contro l'Atletico Madrid composto da giocatori che sanno stare sul palcoscenico internazionale: Oblak, i campioni del mondo Molina e De Paul, il “piccolo principe” Griezmann. Perdono gli ospiti, di misura, ma il risultato sarebbe potuto essere più largo. Nel computo delle occasioni, Lino e Morata portano acqua al mulino dei colhoneros, mentre dall'altro lato Arnautovic è la delizia del gol vittoria e la croce di quelli sbagliati, almeno un paio, da aggiungere alle opportunità capitate a Martinez.
Nel 2024, finora, la squadra di Inzaghi ha soltanto vinto. Nove su nove. Ora dovrà dimostrare di poter fare a meno di Thuram, non si sa per quanto tempo, sicuramente per il Lecce domenica. Intanto il primo tassello per arrivare ai quarti di Champions è stato messo lì. Bisogna ripetersi al ritorno, con l'Atletico che avrà il suo pubblico a favore e non al settore ospiti al terzo anello del Meazza, ma almeno per ora (da qui al 13 marzo tutto può accadere) l'Inter è una squadra che non deve avere paura dell'ostacolo.
E nemmeno del calendario che ha ripreso ad essere fitto. In Puglia domenica, poi con l'Atalanta per il recupero di mercoledì 28, quindi col Genoa di lunedì e una settimana finalmente piena per prepararsi al Bologna, al ritorno con l'Atletico e al Napoli prima della sosta. A sospingere la capolista in A, che in poche settimane ha preso il largo in vetta, ci saranno sempre quei 70mila e rotti tifosi che anche per l'appuntamento di Coppa hanno fatto sentire il peso della propria presenza. Boati ai gol sbagliati, uno fortissimo a quello della vittoria. Saranno tanti anche a Madrid, sognando di ripetere il percorso dell'anno passato. Con un finale differente.
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