L’avvocato “The Sir” Gasperini campione d’Europa di scacchi-pugilato

A San Giuliano Milanese ha cominciato ad allenarsi per scaricare lo stress, poi l’amore per la boxe. Ha vinto l’incontro per ko tecnico: "Dopo sei mosse avevo già perso la regina, non mi restava che attaccare"

Marcello Gasperini, a destra, sul ring

Marcello Gasperini, a destra, sul ring

San Giuliano Milanese (Milano) -  "La vittoria? La dedico a mia figlia". Poche parole per suggellare un momento tra i più emozionanti: la conquista del titolo europeo di scacchi-pugilato, disciplina che alterna i round combattuti coi guantoni a quelli giocati sulla scacchiera. Nel secondo International chessboxing show ospitato nei giorni scorsi nella splendida piazza Ducale di Vigevano, all’interno della rassegna Vigevano per gli scacchi, Marcello Gasperini, 48 anni, avvocato sangiulianese con la passione per la boxe, si è aggiudicato la vittoria sull’avversario inglese Richard “The razor” Frazer. Un ko tecnico alla seconda ripresa è valso a “The sir”, come Gasperini è soprannominato nell’ambiente, il titolo di migliore d’Europa, per i pesi medio-massimi, in una specialità d’importazione anglosassone che sta iniziando a diffondersi anche nel nostro Paese. Una disciplina nella quale il sangiulianese si era già guadagnato quattro anni fa il titolo di campione d’Italia.

Marcello Gasperini agli scacchi
Marcello Gasperini agli scacchi

Il ko tecnico, una vittoria schiacciante. "In realtà l’incontro non era partito nel migliore dei modi. Negli scacchi il mio avversario era decisamente più forte: dopo sei mosse avevo già perso la regina. Non restava che la boxe per cercare di sconfiggerlo. Gli sono stato addosso, finché l’arbitro non ha dichiarato la fine dell’incontro".

Cos’ha provato? "Un’emozione indescrivibile, questa vittoria è il coronamento di un percorso fatto anche di fatica e sacrifici. Prima del match temevo di poter deludere le aspettative delle persone che credono in me. Poi ho convertito i brutti pensieri in positivo. Al termine dell’incontro un bambino tra il pubblico si è avvicinato e mi ha chiesto se non avessi avuto paura. 'Sì', gli ho detto, 'ma le paure vanno affrontate'".

Un traguardo importante per chi, come lei, si è avvicinato al pugilato quasi per caso. "Otto anni fa mi sono iscritto in palestra per liberarmi dallo stress. Però mi annoiavo. Poi ho conosciuto la boxe e mi si è aperto un mondo".

Dove si allena? "Alla Apot1928, la palestra dei fratelli Domenico e Leonardo Pasqualetti, a Certosa di San Donato. È come una grande famiglia. È stato Leo a farmi da sparring partner per l’incontro di Vigevano. Sul ring, tra le urla del pubblico, sentivo solo la sua voce. Ha saputo trasmettermi la carica giusta, questa vittoria è anche sua. E di tutti i ragazzi della Apot, che non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno".

Cosa le piace degli scacchi-pugilato? "L’abbinamento tra forza e intelligenza. Riuscire a giocare una partita di scacchi dopo aver boxato non è certo semplice, richiede abilità e concentrazione".

Continuerà a praticare questo sport? "Ho già ricevuto diverse proposte, compresa quella di rimette in palio il titolo appena vinto. Per ora mi sento appagato. Le emozioni vissute a Vigevano sono state intense e non manca la voglia di poterle rivivere".

 

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