
Una partita di baskin
Milano, 4 maggio 2017 - Uno sport nato per unire, cancellando ogni diversità. Non è un miracolo, è soltanto il baskin, una naturale evoluzione della pallacanestro che vede però calcare lo stesso parquet tanto dai disabili quanto dai normodati. Insieme. Ed è proprio qui la novità. Non lo avete mai visto? Nessun problema, perché il grande Baskin torna di scena proprio a Milano, con la finale del campionato della Lombardia Nord, in programma a partire dalle 15 di domenica 7 maggio al PalaIseo di Milano, in via Iseo 10, fermata della metro gialla Affori FN: una competizione che sarà tutt'altro che amichevole, dato che in palio c'è la qualificazione ai Campionati italiani che si terranno dal 26 al 28 maggio a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza.
Ma cerchiamo prima di capire qualcosa in più su questo sport, promosso anche dalla Uisp (Unione italiana sport per tutti), e che fa dell'inclusione sociale la sua prima e unica regola fondamentale. Nato in Lombardia, a Cremona, poco più di dieci anni fa, il baskin si distingue dagli altri sport proprio perché porta su uno stesso campo atleti normodotati e con disabilità (senza distinzioni tra uomo e donna), tutti uniti nella stessa squadra grazie a un meccanismo che adatta materiale, spazio e regole del classico basket per renderlo alla portata di tutti. Dalla Lombardia poi, questa disciplina ha pian piano preso sempre più il largo, diffondendosi a macchia d'olio in tutta Italia e contagiando addirittura l'estero, con le prime squadre di baskin già comparse anche in Francia. Il gioco si sviluppa sia in verticale che in orizzontale, grazie all’aggiunta di due canestri laterali all'altezza di metà campo, e si gioca sempre in 5 contro 5, come nella pallacanestro canonica. Ogni giocatore ha però un ruolo definito dalle sue abilità e, di conseguenza, marcherà un avversario diretto dello stesso livello. I vari roster sono dunque divisi in ruoli numerati che vanno dall'1 al 5, tutti con regole proprie. I ragazzi normodotati (numeri 4 - principianti - e numeri 5 - giocatori esperti di basket -) possono dunque esprimere al massimo le proprie capacità, ma sempre sviluppando l’attitudine a organizzare un gruppo che comprende anche abilità diverse. Il ruolo del numero 3 poi è quello con disabilità minori, mentali o fisiche, mentre 1 e 2 sono i ragazzi che soffrono di patologie più gravi, in carrozzina o con gravi problemi psichici o mentali: ognuno però ha il proprio peso e la propria responsabilità in campo, tanto che spesso a decidere le partite sono proprio i punti dei giocatori con ruolo 1 e 2, tra i più prolifici della Lega. Ma tornando alla finale vera e propria, al PalaIseo di Milano sono due i match in programma per domenica 7: si comincia con la finalissima tra i padroni di casa del Sanga Milano (campione nazionale uscente) e la nuova squadra di Erba "Lasergame", da cui uscirà la rappresentante della Lombardia ai prossimi campionati nazionali; a seguire, alle 16:30, la finale terzo e quarto posto tra Cinisello e Varese, ovvero tra "Pantere" e "Millepiedi". La regina di questo torneo se la vedrà appunto con gli altri campioni regionali ai Nazionali di Montecchio Maggiore, giocandosi così le proprie chance di cucirsi lo scudetto sul petto.
Una competizione, questa, che ha però il merito di trascendere la mera questione sportiva, rappresentando un esempio di virtù ma soprattutto di integrazione senza eguali nella nostra società. Quello che quotidianamente accade sul campo da baskin infatti si può definire solo come una sorta di miracolo dell'inclusione che, oggi più che mai forse, avrebbe bisogno di una sua declinazione anche e soprattutto al di fuori dei campi sportivi. Per info su corsi e squadre del territorio ed eventuali contatti visitare il sito www.baskin.it.