Regionali Lombardia, i 5 Stelle aprono al Pd: "Sì al confronto ma si parta dal programma"

Stop di Conte a Moratti, non a Majorino. "Però del candidato parliamo dopo". Il dem: "Buon approccio". Calenda invita +Europa, Usuelli ascolta i grillini

Milano - La sanità prima di tutto, e poi le infrastrutture, l’ambiente, l’economia e il lavoro, l’agricoltura: su queste cinque macroaree il Movimento 5 Stelle lombardo ha illustrato i suoi «punti fermi» in vista delle elezioni regionali del 2023, per le quali il consiglio federale della Lega chiede un election day il 12 e 13 febbraio insieme al Lazio.

E i 5 Stelle aprono a un confronto col Pd per correre insieme, purché, mette in chiaro il presidente Giuseppe Conte collegato coi consiglieri del gruppo pentastellato al Pirellone, la discussione «con altre forze politiche e sociali, anche dell’associazionismo civico che ci hanno contattati» parta dal programma: «Il nostro atteggiamento non cambia, prima» si parla «della proposta». Non c’è preclusione su Pierfrancesco Majorino, il candidato presidente del centrosinistra («Me ne ha parlato bene una persona che ha una sensibilità vicina ai temi che ci stanno a cuore»), e c’è, invece, sulla candidata del Terzo polo Letizia Moratti («Non si batte il centrodestra con un candidato di centrodestra»), ma «il M5S non accetta di parlare del candidato migliore prima di aver definito il programma migliore. Non siamo la succursale di nessuno. Se il Pd vuole dimostrare di aver fatto tesoro di errori passati, se si vuole sedere al tavolo siamo disponibili, ma i nostri principi non sono negoziabili».

Un approccio che il dem Majorino apprezza: «Un buon contributo sul piano dei contenuti e una giusta volontà di confrontarsi sui temi prima che sulle persone». Mentre il leader di Azione Carlo Calenda corteggia +Europa: «Le porte a loro sono spalancate». L’unico consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli, però, è al Pirellone ad ascoltare i colleghi pentastellati: «In cinque anni li ho conosciuti profondamente», posta sui social, spiegando di prendere «appunti». I temi allora, per sfidare il centrodestra che «governa da 28 anni in Lombardia – ricorda il coordinatore territoriale dei 5S Dario Violi –. Non sono proposte prendere o lasciare, ma servono messaggi chiari e scelte radicali». A partire dalla sanità: «Si possono ridurre del 50% le liste d’attesa con l’agenda unica (delle prestazioni mutuabili offerte dalle strutture pubbliche e private accreditate, ndr), che il centrodestra propone dal 2013 ma non realizza per non pestare i piedi alla sanità privata. Noi abbiamo le mani libere e le idee chiare». Tipo: una Regione che «investe sulla sanità pubblica» e per «disabili e anziani, oggi affidati al 90% a enti privati, profit e no profit: non può appellarsi al buon cuore e al business».

Sganciare dalla politica le nomine dei dirigenti della sanità, mettere in opera le strutture territoriali finanziate dal Pnrr; e ancora investire sulle infrastrutture, in particolare ferroviarie, e sull’ambiente, puntando «sulle rinnovabili e la transizione per abbattere anche le bollette», «pianificando la dismissione degli inceneritori più vetusti», di meno sul biogas e di più sull’agricoltura «non intensiva ma razionale, che può competere con la qualità e ridurre lo spreco di acqua», e «per l’autonomia energetica delle imprese, piccole e medie soprattutto», con «premialità» per quelle che garantiscono «sicurezza sul lavoro ed equità dei salari»; «potenziare i centri per l’impiego pubblici». Si tratta di riprendere un confronto iniziato in primavera con partiti che hanno fatto opposizione insieme ai 5S: «Se c’è la volontà non parliamo di tempi lunghi - chiarisce Violi -. Se non ci sarà l’accordo pace», ma «siamo tutti consapevoli che a Natale non possiamo essere ancora lì a discutere».

 

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