Primarie Pd, Maran: "In campo con Bonaccini per un partito che parli a tutti"

Così l'assessore alla Casa: "Questo non è un ruolo nel quale ci si può improvvisare, lui si sta preparando da anni"

Pierfrancesco Maran

Pierfrancesco Maran

Milano, 26 febbraio 2023 - La maratona del Pd per scegliere il suo prossimo segretario è allo sprint finale: oggi in tutta Italia si celebra l’ultima fase delle primarie, quella "aperta" ai sostenitori che sceglieranno tra i due candidati che hanno ottenuto più voti dagli iscritti al partito, cioè il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la deputata Elly Schlein, recandosi ai 5.500 gazebo aperti solo oggi dalle 8 alle 20. A Milano città sono 305, allestiti in luoghi vari inclusi negozi, parrucchieri e kebaberie grazie a 1.500 volontari (per conoscere il proprio digitare il proprio indirizzo sul motore trovaseggio.primariepd2023.it).

Può votare anche chi non ha la tessera del partito, presentando un documento d’identità, firmando una dichiarazione di sostegno e versando 2 euro; i minori dai 16 anni, gli stranieri residenti o con permesso di soggiorno e gli italiani che votano fuori sede rispetto alla loro residenza dovevano pre-registrarsi nei giorni scorsi per farlo, così come chi per problemi specifici voterà online. Il verdetto è atteso stasera, intorno alle 22. Pierfrancesco Maran, assessore comunale alla Casa, ha scelto di sostenere Stefano Bonaccini nella corsa alla segreteria del Pd e di candidarsi all’Assemblea nazionale del partito nel collegio che raggruppa i Municipi 1, 2, 3, 8 e 9 di Milano.

Maran, perché Bonaccini? "Con Bonaccini ho una frequentazione politica che prosegue da alcuni anni e, avendone seguito il percorso, sono convinto che possa essere un ottimo segretario di partito: questo non è un ruolo nel quale ci si può improvvisare, lui si sta preparando da anni mentre Elly Schlein ha preso la tessera del Pd da qualche settimana. Bonaccini, poi, ha un’idea di partito a trazione popolare: Schlein si occupa solo di alcuni temi che Bonaccini può rappresentare senza limitarsi ad essi, rappresentandone anche tanti altri ed evitando, così, il rischio che il Pd si trasformi nel partito che fu di Vendola".

A proposito del percorso di Bonaccini: è stato renziano, stagione con la quale il Pd sembra aver chiuso. "Quella di Renzi è stata una stagione molto affascinante, anche se abbiamo commesso alcuni errori, primo tra tutti quello di non essere riusciti a sfruttare l’occasione rappresentata dalla grande fiducia che i cittadini avevano riposto in noi. Non si può avere nostalgia di quella stagione, infatti stiamo tutti lavorando su temi nuovi, fatto salvo un elemento di continuità: Bonaccini è capace di parlare a tutti gli italiani, non solo a quelli che sono politicamente più vicini al Pd. Oggi c’è innanzitutto bisogno di un sistema pubblico che stia vicino a chi ha più bisogno".

Nei mesi scorsi lei ha combattuto le segreterie del partito sostenendo la necessità di un Pd che torni a dare voce e a coinvolgere la propria gente. E ora si candida all’Assemblea nazionale. "Mi lasci dire che sono quasi emozionato che si possa finalmente scegliere un segretario senza imposizioni dall’alto. È la prima volta che mi candido all’Assemblea nazionale del partito e in questa scelta, oltre al piacere di sostenere Bonaccini, c’è anche la volontà di proseguire la mia battaglia per un partito aperto che non abbia paura di dare voce ai propri sostenitori".

Perché ritiene che la lotta per un partito aperto e una maggiore democrazia interna possa essere meglio interpretata da Bonaccini anziché dalla Schlein, che viene da una sinistra partecipativa e, direi, movimentista? "Il movimentismo di sinistra spesso è stata una strategia per evitare di passare dai percorsi davvero partecipativi. D’altro canto Bonaccini in questi anni si è impegnato per un partito più aperto, in questi mesi si è impegnato pubblicamente a non commettere gli stessi errori fatti da Enrico Letta, Dario Franceschini ed altri. Se non manterrà fede a questi impegni, io proseguirò lungo la mia strada".

A Milano città i circoli hanno premiato la Schlein. Perché? "Perché in questi anni la base del partito si è talmente assottigliata che sono andate al voto circa 1.500 persone e tra queste c’era chi si è iscritto solo nelle ultime settimane giusto per votare Schlein".

 

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