Oscar Di Montigny: "Sala si può battere, Milano deve correre"

"Io candidato sindaco? Pronto a un impegno civico. L’incontro con Salvini è stato piacevole, ma credo nei programmi"

Oscar Di Montigny

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Milano - L'incontro decisivo è previsto domani a Roma. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani si confronteranno per sciogliere il rebus del candidato sindaco del centrodestra a Milano. "Sono curioso di conoscere l’esito dell’incontro, ci sono persone che aspettano di sciogliere la riserva", dice Oscar Di Montigny, 52 anni, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum. Il primo a dover sciogliere la riserva è proprio lui: "Non si assume un impegno come questo senza aver valutato tutti gli aspetti. L’impatto sulla famiglia e quello sulla professione in primis". 

Come è nata la sua candidatura a Palazzo Marino? "Mi hanno cercato. Chi l’ha fatto non so come abbia avuto la mia referenza. Quando mi hanno contattato ho detto: “Sono onorato”. E da allora cerco di capire". Chi l’ha contattata? "Ho parlato con rappresentanti del centrodestra. Non mi sento espressione di nessuno dei partiti della coalizione. Non sono il candidato di Silvio Berlusconi come non lo sono della Lega né di Fratelli d’Italia. È facile associarmi a Forza Italia per la mia storia familiare, essendo genero di Ennio Doris, e professionale. Ma in questa scelta non c’è nulla che nasca dal mio lavoro in Mediolanum. Anzi". Anzi? "Se dovessi decidere per la candidatura, la banca perderebbe un direttore. Per cui è una scelta che dobbiamo condividere". Difficile credere che non ne abbia già discusso, a casa come al lavoro. "Chiaro che ne abbia parlato. L’idea di candidarmi è ragione di felicità: lo dico in maniera adolescenziale. Non accetto mai incarichi se non sono consapevole di poterli assolvere. Sto cercando informazioni per avere chiarezza su alcuni elementi. Solo allora scioglierò la mia riserva". Quest’attesa non dipenderà piuttosto dal confronto interno al centrodestra? "Io credo nei programmi e non nei partiti; nei valori e non nei dogmi. Voglio capire quali sono i valori e le persone con cui lavorare". Il centrodestra sta valutando vari nomi. "Hanno sondato la dimensione civica nelle sue varie espressioni, e questo è anche bello. C’è pure un’alternativa politica, che è Maurizio Lupi. Il fatto che si stia prendendo tempo è positivo. Vuol dire che si sta riflettendo". Lei ha incontrato Salvini: come è andata? "Un incontro piacevole. Sto scoprendo persone interessanti, che prima conoscevo solo attraverso i media". E se scegliessero un candidato diverso da lei? "Ho in mente un impegno civico, che per me non è una novità. Mi interessa abbracciare un programma. Che sia per fare il sindaco o per ricoprire un altro ruolo non è decisivo. Ho voglia di impegnarmi per il Paese". Dunque l’inizio di una carriera politica? "A 52 anni, con l’impegno profuso nella dimensione privata, ho voglia di fare un passo in politica. Dove politica non è sinonimo di partiti ma di impegno per la comunità. Anche fare finanza in maniera responsabile è politica". Si può battere Giuseppe Sala? "Dove c’è una sfida c’è l’incognita del risultato. Succede anche nello sport. Solo che questa non è una gara ma un confronto. E si fa con le idee". La sua? "Credo ci si possa proiettare nel futuro puntando su tre leve: innovazione, sostenibilità e centralità della persona. Dove questa non è il cittadino ma l’essere umano". La sua Milano? "Più veloce di quella attuale. Capace di garantire un futuro ai suoi figli senza obbligarli a prendere un volo per andarlo a cercare altrove".  

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