Ambrogini d’oro, il sindaco Sala: “Pucci non merita il premio, ma non metterò il veto”

Il primo cittadino dopo lo sfogo in Consiglio sulle "scelte clientelari" dei consiglieri: "Non chiedo scusa, i consiglieri dovrebbero rispettare il Regolamento"

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala

Milano – Inforca il Regolamento delle Civiche benemerenze, sottolinea che le motivazioni lì addotte non motivano l’Ambrogino d’oro al comico Andrea Pucci, finito nel mirino del Pd per alcuni post polemici contro la segretaria dem Elly Schlein, ma alla fine il sindaco Giuseppe Sala aggiunge che non ha intenzione di usare il suo diritto di veto per bloccare il premio al comico e che non intende avviare un percorso per rivedere il documento che regola i criteri per decidere chi può essere premiato ogni 7 dicembre, nel giorno di Sant’Ambrogio, nella cerimonia al Teatro Dal Verme.

Sala arriva in mattinata a un appuntamento in zona San Siro e ai cronisti che gli chiedono delle polemiche sugli Ambrogini, legge un brano del Regolamento delle Civiche benemerenze "che dice che vanno premiati coloro che “con particolare collaborazione alle attività della pubblica amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica, abbiano in qualsiasi modo giovato a Milano, sia rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, sia servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni’’".

Il primo cittadino invita i consiglieri comunali a rispettare le indicazioni fissate nel Regolamento e a evitare di candidare persone che non meritano il massimo riconoscimento cittadino. Messaggio inviato "ai consiglieri di ambo le parti", dunque sia quelli dell’opposizione di centrocentra ma anche a quelli della maggioranza di centrosinistra. E quando un cronista gli chiede se Pucci meritava o no l’Ambrogino d’oro, il sindaco è netto: "Se il criterio è quello determinato dal Regolamento, la risposta è facile". Cioè no. Sala potrebbe esercitare il diritto di veto e stoppare il premio al comico. Nel Regolamento, infatti, si legge: "È facoltà del sindaco non accogliere una o più proposte, dandone motivazione".

"Potrei farlo, sì, ma non penso di esercitare il diritto di veto – spiega il numero uno di Palazzo Marino –. La mia azione, semmai, punta a responsabilizzare il Consiglio comunale. Per tanti anni sono stato zitto, ma visto che le cose continuano così mi sono sentito di dover intervenire". 

Un intervento durissimo, quello di Sala giovedì in Consiglio comunale, nel quale il sindaco ha usato parole come "scelte clientelari sugli Ambrogini d’oro". Uno sfogo che, anche il giorno dopo, riceve aspre critiche dai consiglieri di maggioranza e di opposizione. Sul fronte progressista, il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi commenta: "Beppe, così non va, hai insultato il Consiglio comunale. È inaccettabile, devi scusarti".

Dal centrodestra, il consigliere comunale e segretario provinciale della Lega Samuele Piscina parla di "parole gravi da parte di Sala, presenterò una mozione di censura e diserterà la cerimonia degli Ambrogini". Il capogruppo di FI Alessandro De Chirico, intanto, nota: "Se il sindaco non era soddisfatto dei nomi proposti, avrebbe potuto dirlo per tempo". Enrico Marcora (FdI) è durissimo: "Sala è completamente inadeguato per il suo ruolo. Mi domando come Milano può andare avanti per tre anni con un sindaco che parla a vanvera". Sala, però, rimanda le richieste di scuse ai mittenti: "Non credo di dovermi scusare di niente. Se ho usato la parola “clientelismo’’, l’ho fatto perché spesso i partiti propongono nomi che fanno campagna a loro favore e non per la città".

È ipotizzabile una riforma del Regolamento degli Ambrogini che riporti la decisione sui premiati al sindaco e a un comitato di saggi? Sala frena: "Non sto dicendo queste cose per avocare a me la decisione sugli Ambrogini, ma per richiamare il Consiglio al rispetto del regolamento. La mia opinione è che andrebbero premiati coloro che non hanno fama, gloria, soldi ma che fanno qualcosa per la città".

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