
La lunga notte delle elezioni Usa alla Bocconi
Milano, 9 novembre 2016 - Solo posti in piedi all'openside di via Rontgen per la maratona organizzata dall'università Bocconi per seguire le Elezioni Usa 2016.
Le sedie disponibili si sono riempite già intorno a mezzanotte e, all'una, il piccolo spazio è stato preso d'assalto da decine di ragazzi e ragazze che si sono accontentati di stare a terra pur di partecipare alla serata. In tutto saranno oltre un centinaio e alcuni di loro hanno resistito per ore all'aperto attaccati alle pareti di vetro dello spazio per seguire gli exit poll trasmessi in diretta dalla Cnn. Non mancano patatine, coca cola e altri snack, in puro stile americano, oltre a una pila di cuscini: scorte imprescindibili per affrontare la nottata. (FOTO)
L'idea di ritrovarsi per seguire l'election night è venuta ad Andrea Quartarone, docente bocconiano di Visual cultures. "Tutto è iniziato - spiega - perché l'argomento del mio corso di quest'anno sono le rappresentazioni televisive di Kennedy e Nixon e, per derive successive, anche di Clinton e Trump. Un mese e mezzo fa ho chiesto ai miei studenti chi sarebbe stato interessato a seguire il primo dibattito. Pensavo mi rispondessero in sei o sette ed ero pronto a invitarli a casa mia. Invece, hanno risposto in trenta, per cui abbiamo usato lo spazio openside. Eravamo ottanta al secondo dibattito ed adesso eccoci qua", con oltre cento persone per quella che "è nata come una via di mezzo tra una gita di classe e un pigiama party ed è diventata questo". (VIDEO)
Durante la serata l'unica lingua ammessa è l'inglese e non solo perché lo streaming è sintonizzato sulla Cnn, ma anche perché tutti gli ospiti - docenti ed esperti - che intervengono, seppur italiani, parlano fluentemente la lingua della Regina. In sala regna il silenzio più assoluto e la massima concentrazione. Passeggiando tra chi invece è rimasto fuori, si riconoscono ragazzi e ragazze appassionati e informati che discutono dell'importanza di conquistare la Florida o del vantaggio di Trump in alcuni stati chiave. "Domani scoppierà la terza guerra mondiale", sbotta quasi disperata una supporter di Hillary Clinton dopo aver consultato i primi exit poll che parlano di un testa a testa che non si aspettava. I sostenitori di The Donald, invece, si dimostrano più timidi, quasi si vergognassero delle loro idee. La sala è tappezzata di slide esplicative e post-it, in modo che anche i neofiti della materia possano riuscire a farsi un'idea e, comunque, nessuno sembra averne veramente bisogno.
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