Sconfitta Pd in Emilia? Sala subito in campo

Se il centro sinistra perdesse le Regionali, il sindaco potrebbe lanciare la sua corsa nazionale e lavorare a un’alleanza con il M5S

Da sinistra il segretario del Pd Nivola Zingaretti, 54 anni, e il sindaco Giuseppe Sala, 6

Da sinistra il segretario del Pd Nivola Zingaretti, 54 anni, e il sindaco Giuseppe Sala, 6

Milano, 22 gennaio 2020 - Attenti al risultato delle elezioni regionali di domenica in Emilia-Romagna, perché potrebbe avere una ricaduta immediata, o quasi, sul futuro del sindaco Giuseppe Sala e di Milano. Sì, perché in caso di sconfitta del centrosinistra, avanzata della Lega di Matteo Salvini e prevedibile crisi del Partito democratico, il numero uno di Palazzo Marino potrebbe essere tentato dalla discesa in campo a livello nazionale. Il condizionale resta d’obbligo, anche perché il risultato delle Regionali non è scontato, gli ultimi sondaggi delineano un testa a testa tra il candidato progressista Stefano Bonaccini e la rivale di centrodestra Lucia Borgonzoni, ma lo scenario post-elezioni regionali è uno degli argomenti più gettonati nella cerchia ristretta del sindaco in queste ultime settimane.

Il ragionamento di Sala e dei suoi fedelissimi parte da uno scenario che loro in assoluto non auspicano, cioè il crollo del Pd in casa propria e l’eventuale crisi del Governo giallo-rosso, ma è uno scenario che potrebbe aprire spiragli politici molto interessanti per il sindaco di Milano, un amministratore targato centrosinistra che può godere ancora di un ampio consenso nell’unica città italiana con una dimensione internazionale: Milano. Un capitale politico che Sala potrebbe investire nella scalata al centrosinistra nazionale, con l’idea di andare oltre l’attuale Pd, cavalcare i temi dell’ambientalismo e, soprattutto, puntare su un’alleanza vera e propria con il Movimento 5 Stelle, forse l’unica strada a disposizione dell’area progressista per contrastare il centrodestra a trazione salviniana in questa fase politica nazionale.

I recenti incontri di Sala con Beppe Grillo sembrerebbero delineare un avvicinamento tra il sindaco del capoluogo lombardo e i grillini. Anche le parole pronunciate sabato da Sala sono una palese attestazione di stima nei confronti del comico e del movimento da lui fondato: "Quello con Grillo è un dialogo che nasce da una comunanza di visione su tanti temi". E ancora: "Il momento di difficoltà dei grillini è evidente. Io però non appartengo a quelli che dicono “ecco, sono finiti’’. Se anche avessero il 15%, è un 15% di italiani che danno loro fiducia. È un movimento che ha raccolto l’interesse di tanti cittadini. C’è una componente all’interno del M5S che ha un’attenzione al sociale che è simile alla nostra e alla mia. Io impersonifico in Beppe Grillo questo rapporto".

Può bastare? Solo indizi, almeno per ora. La prova dell’intenzione di Sala di tentare una carriera nazionale la si potrà avere solo se si verificherà almeno uno degli scenari che potrebbero rimescolare e sconvolgerebbe le carte nel centrosinistra: la sconfitta in Emilia-Romagna e/o la caduta del Governo Pd-M5S. A quel punto per il sindaco di Milano scatterà il momento della decisione finale: ricandidarsi a Milano alle Comunali del 2021 o puntare dritto alla leadership nazionale? Uno di quei momenti che si possono riassumere nella frase: ora o mai più. Se invece Bonaccini batterà la Borgonzoni, la Lega dovrà ridimensionare i suoi obiettivi di rivalsa nazionale, il Pd terrà botta e il Governo andrà avanti, le mosse di Sala potrebbe essere accantonate. O semplicemente rinviate.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro