Della Vedova: "Schema Sala-Draghi, la città dei diritti civili non farà passi indietro"

Il sottosegretario candidato del centrosinistra: "Feudo dem, partita aperta. Un ministero qui? Una boutade"

Benedetto Della Vedova

Benedetto Della Vedova

Milano - Benedetto Della Vedova, nato a Sondrio ma milanese d’adozione, sottosegretario uscente al ministero degli Esteri, segretario nazionale di +Europa, lei è il candidato del centrosinistra alla Camera nel collegio uninominale del centro di Milano, un fortino progressista. Ma stavolta il centrodestra pensa di farcela. La partita è aperta o no?

"È una sfida aperta, ma una sfida che io punto a vincere, perché sono convinto che la nostra proposta europeista, riformista e attenta ai diritti civili resti nel solco della vittoria del sindaco Giuseppe Sala alle Comunali del 2021. Milano è una città aperta che attrae talenti e dove si rispettano le regole. I milanesi punteranno su questi temi e sulla continuità con il Governo Draghi, come idea di un’Italia protagonista in Europa, che è quello che serve a Milano. Al capoluogo lombardo non serve un’Italia che si richiude su se stessa, comincia a diventare antagonista dell’Unione europea e sui diritti civili fa passi indietro invece che andare avanti".

Il Terzo polo, che ha fatto proprio a Milano la presentazione nazionale dei suoi candidati, punta a un risultato in doppia cifra in città. Un problema più per lei o più per il suo rivale di centrodestra Giulio Tremonti?

"I voti ai candidati sono la somma dei voti alle liste. La presenza della lista del Terzo polo, se costituita soprattutto da voti progressisti, nel nostro collegio uninominale aiuta Tremonti. Ciò rende la sfida più aperta".

FdI propone un confronto pubblico tra lei e Tremonti. Lei è disponibile a partecipare?

"Se capitasse, non mi tirerei certo indietro a confrontarmi con Tremonti, il mio competitor".

In realtà un confronto tra i candidati nel collegio è stato organizzato dalle candidate Bianca Tedone (Unione Popolare) e Giulia Pastorella (Terzo Polo), vedrà la partecipazione anche di Pierluigi Riccitelli (M5S) ed è stato fissato per martedì alle 21 al Cam Garibaldi. Lei ci sarà?

"Avevo visto una serie di tweet in cui ero taggato ma nessuno mi ha contattato direttamente. È un modo di procedere paragrillino che non mi convince e non mi piace. Una stagione da dimenticare. Ci si poteva sentire direttamente prima. Io non potrò esserci, da leader di partito ho tanti impegni elettorali".

Il sindaco Sala parla spesso di Modello Milano. Può essere un modello anche per l’Italia e per il prossimo Governo?

"Sicuramente sì. Milano è città tollerante, attrattiva. Una città aperta in cui tutto è declinato al futuro. L’opposto, insomma, del messaggio sovranista del centrodestra, messaggio che sostiene che bisogna tornare alle tradizioni. Milano, invece, è una città europea in cui si fanno progetti innovativi che si realizzano. Quest’ultimo è un messaggio importante per il Paese. Il capoluogo lombardo è diventato una città calamita".

Il leader della Lega Matteo Salvini ha lanciato la proposta di far traslocare il ministero dell’Innovazione a Milano. Lei che ne pensa?

"È una boutade elettorale, e neanche nuova. Non è la prima che la Lega propone di trasferire ministeri al Nord. Ma è vero che Milano è la città dell’innovazione, non la sola in Italia".

 

 

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