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L’assessore Marco Granelli con il delegato alla Sicurezza Franco Gabrielli
Milano, 7 gennaio 2025 – Marco Granelli, assessore comunale alla Sicurezza, che idea si è fatto sulle presunte violenze e molestie nella notte di Capodanno in Piazza Duomo? Sono fatti che sembrano ricordare, tristemente, quanto accaduto quattro anni fa sempre all’ombra della Madonnina il 1° gennaio.
“Io sono abituato alla concretezza e ai fatti. Ho grande fiducia nella Questura, che è sempre stata capace di capire quanto accaduto e di intervenire quando necessario, e nella magistratura...”.
La Procura ha annunciato l’apertura di un’indagine sulle presunte violenze raccontante da una studentessa belga.
“Appunto. Prima di parlare nello specifico di questi fatti, voglio vedere quanto emerge dalle indagini. Di recente, peraltro, il Comune ha potenziato il sistema di videosorveglianza in Galleria Vittorio Emanuele, anche nella aree che si affacciano su Piazza Duomo. Rispetto a qualche anno fa, quindi, abbiamo più strumenti per capire cosa è successo. E comunque penso che Milano abbia retto all’evento di fine anno...”.
In Piazza Duomo, però, ci sono stati anche cori contro l’Italia e le forze dell’ordine. Cori che potrebbero essere giudicati vilipendio dello Stato.
“Anche in quel caso la Procura sta facendo delle verifiche sulle persone che hanno intonato quei cori. Purtroppo siamo già abituati ad ascoltare tanti brutti cori negli stadi. Detto questo, ribadisco che la città ha retto al Capodanno in Piazza Duomo”.
Il sindaco Giuseppe Sala, prima di Natale, ha detto che il concerto di Capodanno non è stato organizzato per motivi economici, anche se il questore avrebbe preferito che un evento ci fosse. Alla luce di quanto accaduto, bisogna ripensare all’utilizzo di Piazza Duomo per il 31 dicembre?
“Le esperienze passate sono sempre utili. Ma va ricordato che, concerto o no, l’impegno delle forze dell’ordine nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio è stato massimo. Per il futuro, dovremo affinare ulteriormente gli strumenti per il controllo di Piazza Duomo. Per quanto riguarda il “no“ al concerto, l’amministrazione comunale ha fatto una scelta precisa: preferiamo utilizzare quelle risorse per sostenere i servizi sociali prioritari per i milanesi, visti i tagli dello Stato agli enti locali e le risorse sempre più scorse a nostra disposizione”.
Stamattina (ieri, ndr), intanto, lei ha scritto un post su Facebook sulle forze dell’ordine.
“Parlavo dei tanti controlli visti con i miei occhi in questi giorni sul territorio. E aggiungevo: non tiriamo per la giacchetta gli uomini e le donne con la divisa. Quando la politica si intromette nelle azioni della Polizia e usa questi fatti per fare campagna elettorale, non aiuta questore, prefetto e agenti a lavorare bene. È un uso strumentale del tema della sicurezza”.
Si riferisce anche alla delegazione di FdI che si è recata in Questura per denunciare il rischio di banlieue a Milano?
“Il rischio banlieue si combatte investendo per dare servizi ai quartieri della città. O dando contributi per pagare gli affitti, contributi che l’attuale Governo ha tagliato. In più, bisogna aiutare le forze dell’ordine con contributi in fatti di agenti in più e risorse per dotarsi degli strumenti adeguati. Se alcune forze politiche vanno in Questura strombazzando l’annuncio della visita, invece, vuol dire strumentalizzare il tema della sicurezza”.
Le Zone rosse possono essere utili o no?
“Lo strumento del Daspo urbano, cioè dell’allontanamento di certi soggetti da alcune zone della città, è utile se serve per intervenire su fatti e situazioni concreti”.
Questo suo giudizio è molto diverso dal pensiero sul tema di Franco Gabrielli, delegato alla sicurezza del sindaco Sala?
“Nello specifico, la mia posizione e quella di Gabrielli non sono così distanti. Anzi, la fortuna di avere la possibilità di confrontarmi con l’ex capo della Polizia su questi temi mi aiuta a comprenderli meglio. Ne abbiamo parlato anche negli ultimi giorni, durante le feste”.