Bossi rende omaggio all’amico Silvio: “Era diverso da come veniva descritto”

Il Senatùr in carrozzina: “Berlusconi era diverso da come veniva descritto. I suoi principi? Il bello, il buono e il giusto”. L’asse Forza Italia-Lega tiene

Silvio Berlusconi e Umberto Bossi nel 2002

Silvio Berlusconi e Umberto Bossi nel 2002

C’eravamo tanti amati. Certo, anche odiati, insultati, ignorati. Ma, alla fine, capiti. Il rapporto tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi ha avuto il suo epilogo ieri pomeriggio, quando il Senatùr, che ormai partecipa raramente a eventi politici, si è presentato in Piazza Duomo accompagnato dal figlio Renzo – sì, il Trota – per partecipare in carrozzina ai funerali del Cavaliere nella Cattedrale milanese.

L’ex segretario della Lega ha esordito dando atto all’ex premier e leader di Forza Italia di essere stato "il fondatore del centrodestra" e poi ha aggiunto: "Era diverso da come veniva descritto. I suoi principi erano il bello, il buono e il giusto".

Parole dolci, che lunedì, alla notizia della morte di Berlusconi, Bossi aveva fatto precedere da una dichiarazione a caldo, molto sentita: "Sono commosso, per tanti anni è stato come un fratello". Fratelli diversi, sì, ma che hanno condiviso alleanze elettorali, tre vittorie alle Politiche, responsabilità di Governo, persino malattie. E poi come dimenticare la foto dell’Umberto in canottiera bianca e calzoncini corti a Villa Certosa, in Sardegna, ospite di Silvio?

A pensarci ora, quando la bara del Cavaliere era sul sagrato di Piazza Duomo, sembrano passati secoli da quando l’imprenditore diventato leader e il politico lumbard promosso Senatùr se ne davano di santa ragione, dialetticamente parlando. Dopo la caduta del primo Governo Beccofrusoni e il ribaltone voluto da Bossi con il Governo Dini, nel 1995, il fondatore di Forza Italia si presentò poco distante da Piazza Duomo, al Teatro Manzoni, e riversò accuse pesantissime su quello che ormai considerava un ex alleato. La più tenera fu "traditore". La replica del lumbard fu ancor più pesante: "Mafioso di Arcore".

Alle Politiche del 1996 i due andarono separati alle urne e il centrodestra diviso perse. Servì una "traversata nel deserto" – parole del Cavaliere – per far ritrovare l’intesa tra i leader di FI e Lega. I risultati furono eccezionali dal punto di vista elettorale. Vittoria alle Politiche e alle Comunali milanesi del 2001 e di nuovo alle Politiche del 2008, quando Berlusconi puntò sul Popolo della Libertà insieme a Gianfranco Fini ma tenne ben saldo l’asse con il capo dei lumbard.

Sì, perché era l’unione del fronte moderato – allora come oggi – a rendere competitiva la coalizione che si confrontava con il centrosinistra e, nell’ultimo decennio, con il Movimento 5 Stelle. Non a caso Bossi, ieri, all’ombra della Madonnina, appena sceso dall’auto, ha subito commentato "Silvio è stato il fondatore del centrodestra".

Un valore, l’unità della coalizione moderato-sovranista, che anche il successore del Senatùr, l’attuale segretario del Carroccio Matteo Salvini non ha mai rinnegato. Probabilmente la tentazione di mollare Berlusconi, a un certo punto, gli è pure venuta, ma non l’ha mai portata alle estreme conseguenze. Risultato: ora al Governo ci sono Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. E ieri mattina, prima dei funerali, Salvini, accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini, era in Duomo per una preghiera: "Ciao Silvio, hai fatto la Storia. Manchi già a me e a milioni di italiani". C’eravamo tanto amati, in fondo, è il titolo più giusto per il film interpretato da azzurri e lumbard.

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