Processo Belsito, la Lega non è più parte civile. Salvini: "Sarebbe uno spreco di soldi e tempo"

Su indicazione del segretario, il Carroccio non intende chiedere i danni all'ex tesoriere. Ma è gelo con Maroni

Francesco Belsito

Francesco Belsito

Milano, 7 novembre 2014 - La Lega ha rinunciato a chiedere i danni all'ex tesoriere Francesco Belsito nei procedimenti penali con al centro il presunto scandalo sui fondi del Carroccio, in corso nei Tribunali di Milano e Genova. È quanto è emerso nel corso dell'udienza preliminare a carico dell'imprenditore Stefano Bonet e del commercialista Paolo Scala, rinviati a giudizio oggi per riciclaggio.

Il Carroccio, su indicazione del segretario Matteo Salvini, ha revocato la costituzione di parte civile in questo e negli altri procedimenti. «Non possiamo spendere soldi e perdere tempo in cause che durano anni», ha detto lo stesso Salvini, specigficando: «Sono cose che fanno parte del passato, se ne occupano gli avvocati e non la politica. Ma soprattutto, mi spiacerebbe intasare i tribunali della Repubblica andando a chiedere quattrini che certa gente neppure ha». Una mossa che tuttavia ha colto di sorpresa lo stato maggiore del Carroccio, come testimonia la reazione a caldo di Roberto Maroni, governatore della Lombardia: "Voglio sentire Salvini su questo punto".

La Lega Nord nei mesi scorsi si era costituita parte civile nei confronti dell'ex tesoriere Belsito e dei due presunti riciclatori. Oggi, però, i legali del partito hanno presentato al gup di Milano, Carlo Ottone De Marchi, la revoca della costituzione nei confronti dei due imputati, Bonet e Scala. E la revoca, da quanto si è saputo, verrà presentata anche negli altri due procedimenti, uno a Genova e l'altro a Milano, che vedono imputato, tra gli altri, BelsitoIl Carroccio non si era costituito, invece, nei confronti di Umberto Bossi e dei suoi due figli, Renzo e Riccardo.

Stamani, il gup ha mandato a processo (prima udienza fissata per il 12 gennaio davanti alla settima sezione penale di Milano) Bonet e Scala, difesi dai legali Giuseppe Prencipe e Pierluigi Bonafin e accusati di aver riciclato quegli ormai famosi 5,7 milioni di euro di fondi del Carroccio che Belsito avrebbe usato per investimenti a Cipro e in Tanzania. Nella scorsa udienza, invece, il giudice ha deciso di mandare a giudizio con citazione diretta Umberto Bossi, i suoi figli e Belsito per l'accusa di appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi della Lega Nord.

La parte del procedimento che riguarda, invece, la presunta truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato da circa 40 milioni di euro, è stata trasmessa a Genova per competenza territoriale. In questo filone sono imputati Bossi, tre ex componenti del comitato di controllo di secondo livello della Lega (Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci) e Belsito. Nei procedimenti di Milano e Genova la Lega, dunque, non sarà più parte civile.

 

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