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Milano, Sala si butta a sinistra. Bassetti: una scelta rischiosa

L’ex governatore lombardo: così può perdere i voti moderati di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Piero Bassetti (Newpress)

Milano, 18 gennaio 2016 - Continua a tener banco nel centrosinistra milanese lo scontro sull’effettivo perimetro delle prossime primarie per l’elezione del candidato sindaco. E la sfida, negli ultimi giorni, è attestarsi più a sinistra degli altri candidati. Sabato Giuseppe Sala, dopo aver riconosciuto nel compianto Cardinale Carlo Maria Martini «la più grande guida spirituale della città», ha citato addirittura Antonio Gramsci laddove scriveva che «prevedere in politica significa agire per vedere prima» ponendo però l’altolà alla «sinistra di lotta e di governo», leggi: Sel e la sinistra radicale. Ieri la replica della sfidante Francesca Balzani: «Credo che Comunione e Liberazione abbia grande simpatia per Sala, il quale ha detto che non gli dispiacerebbe avere pure il loro voto»

Piero Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia e imprenditore: nel 2011 sostenne la candidatura a sindaco di Giuliano Pisapia, oggi sostiene Giuseppe Sala. La sinistra milanese cambia pelle in fretta, a quanto pare. «Pisapia e Sala non sono due figure alternative ma in continuità. Pisapia è stato un liberatore, ha saputo liberare Milano dal tappo delle Moratti e dei Ligresti, da un certo affarismo. Giuliano ha fattò sì che la nostra Milano tornasse a ribollire e ora c’è bisogno di una figura che sappia trasformare questo vapore in energia capace di far muovere la locomotiva. E credo che Sala sia l’uomo giusto per l’obiettivo, tra i due c’è una continuità finalistica. Evitiamo di ragionare secondo schemi vecchi».

Saranno schemi vecchi, però lo stesso Sala, come pure i suoi competitor Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino, ha voluto sottolineare più volte la propria appartenenza alla sinistra. «Lo ha fatto, è vero. E io gliel’ho sconsigliato dicendogli che tanto quelli di una certa sinistra non gli avrebbero mai creduto e quelli di una certa destra si sarebbero invece convinti a non votarlo. Purtroppo la sinistra continua a farsi la domanda sbagliata. Noi non dobbiamo porre un problema di presenza, di chi possa rappresentarci al meglio. Dobbiamo invece porci il problema di chi ci consente di plasmare al meglio la nostra storia, di chi ci consente di ottenere più di quanto abbiamo ottenuto finora. Persiste una sinistra che, ricorrendo a un adagio milanese, dice: ‘Ne ho prese ma gliene ho dette...’ Capisce? Nessuna fiducia nel poterle dare, nel poter menare, ci si accontenta di cantarle!».

Per ‘darle’ quindi bisogna spostarsi un poco a destra? «Gli Ogm sono di destra o di sinistra? La risposta è che questo mondo è più complesso di quanto contengano quelle due categorie e che a contare sono i progetti. Per il resto, il centrosinistra milanese di certo deve stare attento a queste primarie. Possibile che il centrodestra non solo stia aspettando il 7 febbraio per scegliere il proprio candidato in base a quello del centrosinistra ma possa anche cercare di influenzare l’esito delle primarie mandando i suoi a votare contro Sala».

Dice che le primarie sono a rischio ‘falso’?  «Non ho prove. Però il rischio potrebbe esserci: ai seggi non ci sarà alcun vero filtro per impedire il voto a uno di centrodestra».

Perché la continuità non può essere rappresentata dalla Balzani, scelta da Pisapia sia come vicesindaco sia come candidata sindaco? «Guardi i programmi dei due. La Balzani vuole trasformare le nove Zone di Milano in altrettanti Comuni, Sala vuole trasformare l’area metropolitana di Milano nella capitale del Sud Europa. E nel tratteggiare questo progetto ha la credibilità di chi ha realizzato con successo l’Expo».

Balzani rimarca che il Bilancio europeo, alla quale lavorò da eurodeputata, vale 250 volte l’Expo. «Con tutto il rispetto per la Balzani, il Bilancio è una registrazione di ciò che è accaduto e di ciò che accadrà nell’allocazione di risorse, non è un progetto. Un conto sono i ragionieri, un altro i manager: gente, gli ultimi, che ha la capacità di ascoltare, non solo quella di decidere. Per questo non mi stupirei se Sala, da sindaco, decidesse di affidare a Majorino il Welfare e alla Balzani il Bilancio. Valorizzare le singole competenze nell’ambito di un progetto corale: questo fanno i manager».