Sartoria, capi minimalisti e accessori: lo stile «people» fuori passerella

Sulle strade di Milano sfilano gli abiti che scelti dalle fashionist di Anna Giorgi

Una ragazza esibisce un interessante look durante la Fashion Week di Milano

Una ragazza esibisce un interessante look durante la Fashion Week di Milano

Milano, 25 settembre 2015 - In origine era Chiara Ferragni, la fashionist più cliccata del mondo. Una che da semplice studentessa universitaria, naturalmente con stile da vendere, è diventata una icona per tutte le donne, sdoganando la moda delle passerelle con la su Blonde salad. Dopo di lei, ci sono state Olivia Palermo, Nicolette Masone, Kristina Bazan e tante altre. Ragazze bellissime, carismatiche, piene di vestiti ultrachic e pronte a smontare pezzo dopo pezzo ogni capo di alta moda. Accessori delle maison più famose da mischiare ad abiti più basici. Influencer o semplicemente blogger con indosso total look da passerella bloccati tra un semaforo e l’altro, in attesa di farsi immortalare da un fotografo che poi le catapulta sui siti, su Instagram e sulle riviste. Ecco la giostra di colori, che ti circonda mentre si corre a prendere un taxi o la metropolitana: la moda che scende per strada. Il fenomeno ha un nome, si chiama «people», o «street fashion». È una sfilata parallela di una moda parallela. Look strampalatissimi che si vedono nella fashion week, ma che poi dettano la tendenza per l’intera stagione. Allora ecco cosa si è visto sulle vie di Milano in questi primi giorni di sfilate. Lontano dalle passerelle la tendenza è la moda globalizzata e contaminata, che punta sull’accessorio. E allora via alla borsa che riproduce un bicchiere di caffè di carta, come quello che si tiene in mano prima di entrare in ufficio a Londra o New York. E poi c’è la borsa- pochette che lancia messaggi, il vero must della stagione. «Yes» sul blu elettrico in total look e braccialetti coloratissimi perché l’importante è che nelle scelte ci sia un disordine apparente. E si torna al concetto di contaminazione, di accostamenti che solo apparentemente sono azzardati. Un altro must della «bad chic» sono i sandali. C’era una volta il modello che si usava solo per l’estate. Oggi esistono le versioni invernali con il carrarmato che vanno indossate rigorosamente con le calze colorate, possibilmente metallizzate. 

Poi c’è l’etnico. Esploso con il fenomeno Stella Jan. Gonne africane e camicia azzurra da ufficio. Pantaloni giamaicani e top di jeans magari con una Luis Vuitton portata a mano. Quel misto di semplice e ricercato che confonde l’occhio e crea ancora quel disordine armonioso che tanto fa controtendenza allo stile troppo rigoroso. Altrimenti per andare davvero in controtendenza si può decidere di scegliere lo stile fatina. Una dark lady tutta pizzi e veli che si può permettere rigorosamente la donna con la faccia angelica, magari con tanto di coroncina di fiori anche d’inverno. anna.giorgi@ilgiorno.net

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