
Paolo Maldini (Lapresse)
Milano, 5 dicembre 2015 - “Se vuoi tornare a essere grande ci vuole un percorso, ci vogliono delle idee". E' il suggerimento di Paolo Maldini al Milan, la squadra di una vita. Tornare al Milan gli piacerebbe ma non decide lui. Paolo Maldini ammette che spesso lo chiamano da via Aldo Rossi, “mi ha chiamato Leonardo, poi Allegri, Seedorf e infine Barbara Berlusconi. Loro mi coinvolgono, ma ogni volta dico la stessa cosa: se posso ridare qualcosa a una societa’ che mi ha dato tanto, lo faccio volentieri. Ma voglio decidere con la mia testa. E questa sembra una cosa complicata o che possa creare scompiglio. Il presidente Berlusconi ha fatto altre scelte. L’ho visto in occasione della mia ultima partita, e’ da allora che non lo sento. Non mi sono mai sentito cosi’ vicino al rientro in societa’. So benissimo che e’ lui la persona che decide, e non avendolo mai sentito negli ultimi sei anni...”.
Lo storico numero 3 rossonero è stato intervistato per "I signori del calcio", all'interno del programma di Sky Sport "L'uomo della domenica" (in onda stasera alle 24.15 e poi domani, alle 19.45). Guardando il Milan di oggi, ha affermato che "ci vuole gente che sappia di calcio e in questo momento al Milan e’ quello che manca. Considero Galliani un grandissimo dirigente ma probabilmente dove lui e’ un po’ carente nella zona calcistica: nel decidere e nel valutare i giocatori. Li’ dovrebbe essere affiancato. Noi abbiamo vinto perche’ eravamo una grande squadra. C’era dietro una societa’ con un progetto ambizioso e c’era il rispetto del ruolo. Il doppio ad non mi piace - continua Maldini - E’ vero che sono nato nel Milan ma la cosa piu’ importante che sono riuscito a raggiungere nella mia vita e’ l’indipendenza di pensiero. So benissimo che e’ molto piu’ facile dire alle persone a cui vuoi bene che sono brave e belle, ma e’ molto piu’ utile dire le cose come stanno”.
“La mia posizione critica nei confronti del Milan e’ solamente un atto d’amore perche’ verso questa societa’ provo ancora molto amore”, assicura l’ex difensore, che approva invece la scelta di Mihajlovic in panchina. “Non e’ facile arrivare in una squadra come il Milan, con un passato cosi’ glorioso. Milanello, San Siro, il Milan, pesano. Per i giocatori, per gli allenatori, per tutti. Non condividevo l’idea di prendere due esordienti in un momento delicato come quello degli anni scorsi. Trovo siano state scelte azzardate. Anche se poi Seedorf ebbe dei risultati incredibili. Pero’ c’e’ bisogno di un elemento di rottura. E Mihajlovic lo e’”.