REDAZIONE MILANO

Cosa vedere a Milano nel weekend: tre luoghi inquietanti che non conoscete

Serial killer, Inquisizione, impiccagioni, stregoneria: se non sapete cosa vedere a Milano nel weekend, venite con noi a passeggiare fra i suoi luoghi più raccapriccianti.

Fonte: Wikipedia

Milano, 29 aprile 2017 – Milano è la capitale italiana del design, della moda e degli affari; una città che vive in velocità, ma in cui i week-end sono sacri e che proprio nei fine settimana meriterebbe di essere scoperta e riscoperta con maggiore attenzione e lentezza anche da chi ci abita. Accanto agli splendidi luoghi che vengono di solito affollati dai turisti, come il Duomo o le vie dello shopping, vale la pena passeggiare anche per strade meno conosciute per entrare in contatto con una Milano passata, meno nota e certamente più inquietante. Vi suggeriamo tre luoghi particolari, seguiteci!

La torre degli orrori Della Porta Ticinese di epoca romana oggi sopravvive ben poco, a eccezione di una torre dalla storia sinistra. In largo Carrobbio ad angolo con via dei Medici, infatti, sorgeva un carrobbio molto particolare: al tempo dei romani vi si celebrava il rito del riscatto degli schiavi, poi diventò luogo di riscossione di tasse e gabelle, e infine divenne la sede dell’Inquisizione. Vi si torturavano gli eretici e gli accusati di stregoneria. La torre, detta “torraccia” o “malsana”, non ebbe nei secoli successivi maggior fortuna. Alessandro Manzoni ne “I promessi sposi” dice che sorgeva “in uno dei posti più desolati di Milano” in quanto rifugio di delinquenti e prostitute.

La casa del mostro Una strada stretta e poco frequentata, evitata dai passanti e non percorribile dalle carrozze così da non avere testimoni: via Bagnera, fra via Santa Marta e via Nerino, era nota come “via Stretta”. A inizio Ottocento vi abitava Antonio Boggia, un uomo tanto avido da trasformarsi in un serial killer armato di scure. Invitava amici e conoscenti facoltosi a trovarlo a casa e poi li uccideva. In seguito, con l’aiuto di un calligrafo, stendeva false lettere con cui i malcapitati gli assegnavano procure su tutti i propri beni. A chi facesse delle domande, Boggia rispondeva che i poverini erano in viaggio, ma in realtà si trovavano sepolti nella sua cantina. Boggia fu impiccato e la sua morte ha aperto un altro mistero: la sua testa, affidata al gabinetto anatomico dell’Ospedale Maggiore, è stata persa e mai più ritrovata; l’accetta, arma dei delitti ritenuta perduta per molti anni, è misteriosamente ricomparsa nel 2009 sul mercato dei privati collezionisti.

La piazza delle esecuzioni Tra San Lorenzo e Sant’Eustorgio si estende un ampio spazio verde che prende il nome di Parco delle Basiliche. Questo nome solenne ne cela in realtà un altro: piazza delle esecuzioni. Infatti, fino al 1840, vi si svolgevano tutte le esecuzioni capitali degli appartenenti al popolo, mentre i nobili venivano decapitati in via Broletto. Il censo divideva i milanesi anche nel momento più democratico, quello della morte. In piazza della Vetra (da “castra vetera”, vecchio accampamento, perché in epoca romana vi stanziavano i militari), venivano bruciate vive le persone accusate di essere eretiche o streghe. Le ultime donne arse in questa piazza furono Anna Maria Palomea e la sua serva Margarita Martignona.