REDAZIONE MILANO

Tra Sant’Agostino e il televoto, Malnati: "Io, archeologo all’Isola dei Famosi"

Il racconto di Aristide Malnati: "In tv, pensando agli eremiti cristiani"

Aristide Malnati durante un viaggio nelle Filippine

L’archeologo Aristide Malnati, esperto in egittologia e collaboratore del nostro giornale, racconta in questo articolo la sua esperienza come concorrente dell’ultima edizione del reality dell’“Isola dei famosi” in onda su Canale 5. Malnati si è ritirato dal reality nel corso della quinta puntata dopo una settimana vissuta in completa solitudine su Playa Soledad, l’isola che dà una seconda possibilità ai naufraghi eliminati dal primo televoto. Aristide vi era approdato durante la quarta puntata del reality show e, in sfida con Patricia Contreras, era stato scelto come concorrente della Playa. Malnati non è riuscito a resistere alla solitudine e all’insonnia e, dopo un malore e l’intervento del medico, ha chiesto di poter abbandonare l’Honduras.

Milano, 15 aprile 2016 - Un'esperienza olistica, che in greco antico nient’altro vuol dire che totalizzante. Questa è stata l’Isola dei Famosi, nel mio caso ma, credo senza timore di sbagliarmi, per tutti. Ho ricordato nella settimana della “playa soledad” (spiaggia della solitudine) la concezione del tempo secondo Sant’Agostino: il filosofo cristiano (Confessioni, Libro XI) riteneva la percezione del tempo una percezione dello spirito: lo stesso lasso di tempo può venire dilatato o contratto a seconda dello stato d’animo. E questo era perfettamente evidente nell’esperienza di “spiaggia della solitudine”. Si alternavano momenti di vuoto a momenti con pulsioni intense: un’esperienza da eremita con momenti di esplorazione, di godimento fisico del territorio, di ricerca affannosa di cibo, e introspettivi, anche notturni sotto una stellata che mi ha ricordato i soggiorni da archeologo nel deserto egiziano.  Ho raccontato la storia dei giganti della letteratura e della filosofia greca in un contesto di paesaggio lunare: 10 pillole letterarie, che hanno illustrato Omero e Saffo, Platone e i tragici, per finire, atto dovuto, con gli eremiti cristiani del deserto, a un pubblico, che mai se lo sarebbe aspettato, soprattutto in quel contesto. Da Spiaggia della solitudine è partito un messaggio in bottiglia, confezionato con citazioni a memoria (non avevo internet con wikipedia), che ha attraversato l’Atlantico ed è sbarcato nei nostri tubi catodici; e che è stato gradito e ampiamente commentato sui social, che di solito riservano attenzione a ragazzotti dai muscoli di plastica. Ecco proprio il web e i social mi hanno riservato la più grande sorpresa e il più grande rammarico. prima dell’Isola avevo un profilo Facebook semivuoto. Gli amici mi hanno aperto in fretta e furia instagram e twitter: mi veniva da sorridere, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Ora i profili stanno esplodendo. Ma il bello è un’altra cosa: dopo le prime settimane all’Isola, ogni post su di me, ad opera della redazione sui social dell’Isola, riceveva attenzione tripla (con commenti quasi sempre elogiativi), rispetto a quelli degli altri concorrenti. E di qui il rammarico: se avessi sfidato gli altri naufraghi al televoto, avrei avuto ottime probabilità di spuntarla, contro chiunque (mi dicono che solo Marco Carta ha ottenuto attenzioni leggermente superiori alle mie): in fin dei conti nell’unico mio televoto (quello contro Patricia, molto conosciuta sul web, quale protagonista della sitcom “The Lady”), ho stravinto con l’80% dei voti. Le prime tre settimane a Cayo Paloma sono state egualmente intense: questo atollo paradisiaco, soprannominato da Enzo Salvi il tramezzino galleggiante, presenta ridottissime dimensioni, che hanno favorito gli intrighi strategici dei naufraghi, gli uni contro gli altri armati. Si sono visti i primi veleni, che ora guastano il clima tutto sommato collaborativo della “mia” Isola. Ora, mi par di capire, si sta imponendo un clima incandescente, che ha fatto vittime illustri, ad iniziare da Simona Ventura, guerriera televisiva di lunga data, ma oggi penalizzata dalle dinamiche del televoto legato ai social. La vera Simona l’ho apprezzata io nei due giorni a Playa desnuda, dove siamo andati a portare il fuoco ai tre naufraghi “desnudi” rimasti (e qui “Simo” ha preparato per tutti piatti di eccellente riso coi granchi). E sulla Spiaggia dei “nudi” (a proposito, se la nudità non è volgare né morbosa, non cozza contro il senso del pudore, anzi..), ha trascorso 3 settimane epiche l’Ercole dei nostri giorni: un Ercole generoso e umile, che per me dovrebbe essere il Vincitore dell’Isola: Giacobbe Fragomeni. Eroe silenzioso, Giacobbe ha avuto un’infanzia infernale, nel degrado della periferia di Milano, con l’incubo della violenza e della droga, riscattata grazie al pugilato (è stato tre volte campione del mondo). Una storia epica, che fa onore al nostro Paese e che l’Isola deve raccontare con forza e possibilmente premiare con un trionfo.

di ARISTIDE MALNATI