Mourinho e l'Inter: il trionfo, l'addio e le frasi celebri

Torna in Italia l'allenatore che ha scritto la storia con i nerazzurri

Mourinho e Moratti il 22 maggio 2010 a Madrid

Mourinho e Moratti il 22 maggio 2010 a Madrid

Milano, 4 maggio 2021 - Nel periodo di grande splendore all'Inter, la Roma è stata per Josè Mourinho la principale rivale in Italia. Quella che ha conteso lo scudetto 2009/2010 fino all'ultima giornata, andando anche avanti a un passo dal traguardo prima di cadere in casa contro la Sampdoria e lasciare nuovamente strada ai nerazzurri. È stata la squadra che ha tolto qualche trofeo all'Inter nell'era a cavallo tra Mancini e il portoghese (due Coppe Italia nel 2007 e 2008, la Supercoppa Italiana 2007), quella a cui Mourinho lanciava parte degli anatemi in conferenza stampa (più ai colleghi Spalletti e Ranieri che al club stesso) ma a cui riconosceva una rosa di grande valore persino quando ne sottolineava gli “zero titoli” raccolti in stagione. Farà strano vederlo al Meazza da avversario dell'Inter. È vero che la parentesi interista è di solo un biennio, ma l'immagine dello “Special One” rimarrà per sempre legata al Triplete del 2010. Solo pochi giorni fa il portoghese ha ammesso di avere per l'Inter “un affetto speciale”, pur non negandosi una futura esperienza in Serie A. Detto, fatto. Sarà interessante capire se gli eventuali scontri con la squadra campione d'Italia saranno così duri da rendere difficile un rapporto di grande amore con i tifosi, anche undici anni dopo i trionfi milanesi. Mourinho ha lasciato in bacheca due campionati, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Champions League. È uno dei tecnici più vincenti della storia nerazzurra, secondo solo a Helenio Herrera. Un simbolo dell'interismo, l'autore di frasi celebri come “non sono un pirla”, “il rumore dei nemici”, “la prostituzione intellettuale”. È vero anche che l'addio è stato un po' tormentato. La sera stessa del trionfo di Madrid in Champions, salì su un auto messa a disposizione del Real Madrid per diventarne presto l'allenatore. Con le merengues ha avuto modo di tornare al Meazza da avversario, nello stesso anno solare del triplice trionfo con l'Inter. Mostrò le tre dita al pubblico rossonero e questo mandò in visibilio i suoi vecchi tifosi. Non ha mai più vinto la Coppa dalle grandi orecchie, anche se si è tolto qualche altra soddisfazione tra la Spagna e l'Inghilterra con il Manchester United. Torna nel campionato in cui è stato grande. L'Inter, adesso, sarà una rivale speciale.

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