
Daniele Osvaldo
Milano, 11 agosto 2014 - Mazzarri ha disegnato un’Inter come piace a lui: tosta, fisica, combattiva. Gli innesti arrivati finora sono giocatori di carattere che uniscono un forte temperamento alle proprie qualità tecniche. È una squadra molto diversa da quella dello scorso anno, quasi un taglio netto: l’inizio di un nuovo ciclo che porta la firma dell’allenatore toscano.
Con Vidic la difesa ha acquistato esperienza e tenacia. I risultati si sono visti subito in America, anche se ieri con l’Eintracht c’è stata qualche defaillance di troppo. L’ex United è un leader sul campo. Il suo compito è gestire tutto il reparto difensivo, perché è uno dei migliori nel suo ruolo e ha il pugno per poter indicare la via. Ma è forse l’unico acquisto, insieme a Dodò, poco propenso ai colpi di testa. Osvaldo, M’Vila e Medel sono, per così dire, dei ragazzacci.
L’attaccante in passato ha più volte superato i limiti. La lite con Lamela ai tempi della Roma, poi il rapporto difficile con i tifosi giallorossi, il pugno rifilato a Fonte del Southampton con tanto di occhio nero e club costretto a cederlo in prestito. Lo ha ammesso anche lui nella conferenza stampa di presentazione: «Non ho un carattere facile». La stima di Mazzarri però, sarà l’arma per gestire l’ex bianconero. Anche perché all’Inter non resterà seduto in panchina quanto alla Juventus.
Poi Medel, soprannominato “pitbull”. E qualcosa vorrà pur dire. È un mediano aggressivo che compensa con spirito combattivo la limitata prestanza fisica (è alto solo 171 cm). In campo non fa complimenti, se c’è da entrare duro non si tira indietro. Nei Mondiali in Brasile si è procurato uno stiramento alla coscia destra, ma ha stretto i denti ed è comunque sceso in campo negli ottavi di finale. Carica agonistica e tanta volontà, non sarà facile superare la sua linea difensiva. Ma il suo curriculum vanta anche qualche bravata di troppo: nel 2012 è stato arrestato per aver minacciato un tassista e le nottate brave in discoteca non gli sono affatto estranee.
Stessi gusti di M’Vila a cui piace fare le ore piccole, tanto che ai tempi dell’Under 21 francese era andato a ballare a sole 48 ore dai playoff di categoria (poi persi) tornando alle prime luci dell’alba. La bravata gli costò la Nazionale e il posto in rosa. Mazzarri avrà dunque il suo bel da fare. Il prezzo da pagare per una squadra che gli assomigli. Il dubbio è: riuscirà ad integrare gli elementi prettamente tecnici a questo gruppo così fisico e combattivo?