Una pista ciclabile smart e di plastica riciclata "Pedalando, abbiamo creato la nostra startup"

Revo e il progetto mOOve: un’infrastruttura pensata per le amministrazioni

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Questa non è una normale pista ciclabile: un chilometro di pista in questo caso viene realizzato con 120 tonnellate di plastica riciclata e il manto è fatto con una polvere di vecchi pneumatici. Pedalare su una ciclabile del genere è ancora più ecologico. Ma questo è solo uno dei risvolti di mOOve, il progetto di Revo: startup innovativa milanese costituita nell’ottobre del 2018 con l’obiettivo di dare un contributo allo sviluppo delle infrastrutture e della mobilità leggera, a vantaggio dell’incremento dell’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto.

La startup nel 2019 ha vinto IDEA – Innovation Dream Engineering Award, il concorso dedicato a startupper e innovatori promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, dalla Commissione Startup e Settori Innovativi, InnoVits e la Fondazione Ordine Ingegneri della Provincia di Milano. Presto verranno realizzate e installate (probabilmente a Milano) due piste per i test necessari.

I fondatori sono Andrea Ariotti, Marco Lucci, Elena Mancuso, Stefano Arvati e si sono incontrati ad un master in business administration all’Università Bocconi di Milano. "Quando dovevo insegnare al mio secondo figlio ad andare in bicicletta mi sono scontrato contro la mancanza di piste ciclabili sicure – racconta il Ceo di Revo, Stefano Arvati –. Ma ci siamo questi accorti che questa esigenza non era solo mia o solo nostra. Era di tutti. Adesso la situazione che stiamo vivendo ci costringe a ripensare la mobilità e la sensibilità verso tipologie di trasporto sostenibile sta venendo decisamente fuori". mOOve è modulare, prefabbricata e può essere installata su qualsiasi tipologia di terreno. "È composta da due parti: una sottostruttura e un tappetino sul quale passano le biciclette – spiega Elena Mancuso, chief operating officer dell’azienda –. La struttura è modulare e può essere adattata a tutte le esigenze delle amministrazioni pubbliche: è la Lego delle piste ciclabili. Viene realizzata attraverso l’estrusione della plastica, un processo che ci permetterebbe di produrre la struttura vicino al luogo nella quale verrà installata. Adesso, però, stiamo cercando fondi per realizzare le trafile che ci permetteranno di realizzare le strutture nel modo che è stato brevettato".

Ovvio, i fondatori dell’azienda pensano che la domanda di piste ciclabili aumenterà nei prossimi anni. Ma pensano anche che aumenterà la domanda di queste piste ciclabili. mOOve non solo garantisce alle amministrazioni il 50% in meno dei costi di installazione di una soluzione classica e il 70% in meno nella manutenzione, ma può essere anche fonte di ricavi: "Il tappeto della pista ciclabile è personalizzabile con pubblicità temporanee e questo rappresenta un primo modello di ricavi per le amministrazioni – afferma Stefano Arvati –. Ma si possono utilizzare anche i dati aggregati raccolti dai sensori della pista ciclabile. Inoltre, la struttura può essere usata per ospitare i cavi, come quella della fibra, che attraversano le nostre città".

La pista ciclabile, inoltre, è in grado di interagire con l’esterno attraverso alcuni sensori che non solo possono verificare lo stato di usura del manto favorendo la manutenzione predittiva, ma possono essere collegati alla segnaletica esistente per garantire maggiore sicurezza ai ciclisti. Ad esempio, possono essere segnalati oggetti presenti sulla pista o l’invasione di campo di mezzi che non dovrebbero stare lì, come le auto. E i fondatori hanno pensato anche al futuro delle piste ciclabili. mOOve potrebbe infatti ospitare, in corsie separate, i mezzi a guida autonoma che per ora sono in fase di test per le consegne e la logistica dell’ultimo miglio, i cosiddetti robot fattorini.

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