Decreto aiuti, settimana cruciale: il governo rischia

Fiducia attesa per giovedì al Senato: il Movimento 5 Stelle minaccia di lasciare l'aula. Traballa il Governo, il Paese soffre

L'Italia 2022 si scopre povera. O almeno questa è la fotografia che ci consegna l'ultimo rapporto Istat dove 4 milioni di lavoratori non arrivano a 12 mila euro lordi l'anno e 1,3 milioni percepiscono meno di 8,41 euro l'ora. Il Covid (tornato a farsi sentire) e la guerra in Ucraina stanno aggravando le differenze sociali in un Paese dove il rallentamento dell'economia si accompagna a un'emergenza generazionale con tanti, troppi giovani che faticano a trovare un'occupaziione stabile e a costruirsi un futuro. Molti gli interventi (più o meno azzeccati) messi in campo  per sostenere famiglie e imprese (dal Superbonus 110, ai ristori, alle 200 euro in busta paga) in questi ultimi anni e anche alcune riforme strutturali (dall'assegno unico alle nuove aliquote Irpef) e quelle aauspicate come il taglio del cuneo fiscale. E domani si apre una settimana cruciale per il Governo guidato da Mario Draghi in vista della fiducia attesa per giovedì al Senato sul Decreto Aiuti.

Il decreto aiuti in pillole
Il decreto aiuti in pillole

Fibrillazioni in maggioranza Le posizioni dei partiti di maggioranza sembrano assai distanti, soprattutto quelle del Movimento 5 Stelle che minacciano di lasciare l'aula mettendo a rischio la stessa maggioranza, come adombrato ministro delle Politiche agricole e forestali Stefano Patuanelli. L'ultimatum del leader 5 Stelle Conte al premier Draghi, le frecciate degli alleati (siamo di fronte a un Papeete bis), il ruolo di "pompiere" del Pd, la competizione al centro e le tensioni tra i partiti sulla riforma elettorale rendono il clima particolarmente rovente nel governo.

Incontro Governo-sindacati Martedì una delegazione dei sindacati incontrerà il premier Draghi a Palazzo Chigi.  Sul tavolo i nodi più caldi della crisi economica in corso, taglio del cuneo fiscale con cui aumentare i salari alla riforma del fisco passando per il caro bollette e gli interventi a sostegno delle famiglie in questo momento delicato.La crescita acquisita del Pil per il 2022 è già sopra il 3%. Il governo prepara una cabina di regia per guidare il percorso del Superbonus e nuovi aiuti selettivi per famiglie e imprese contro il caro prezzi.

I temi caldi sul tavolo

Superbonus E' uno dei nodi più spinosi per il Governo. Il no alla proroga al provvedimento deciso dal Governo Draghi nell'ultimo decreto aiuti deve essere convertito in legge nelle prossime ore (l'intero provvedimento). Un problema non da poco. Politico perché rischia di far vacillare la maggioranza (il Movimento 5 stelle vorrebbe fosse prorogato) ma anche economico. Sono molte le imprese e le famiglie che rischiano di rimanere con il cerino in mano. Da una parte ci sono persone che rischiano di dover restituire i soldi dall'altra migliaia di imprese che temono di andare a gambe all'aria con migliaia (si stima oltre 30 mila) licenziamenti.

 Aiuti a famiglie e imprese Sul tavolo ci potrebbero poi essere altri interventi come la proroga del taglio (da 30,5 centesimi a litro per benzina e gasolio a 10,5 per GPL) delle accise sui carburanti (lo sconto, in vigore dal 22 marzo 2022, è stato prorogato dall'8 di luglio fino al 2 agosto per contenere i continui aumenti di prezzo di benzina, diesel, GPL e metano.o aiuti a imprese particolarmente colpite dall'aumento dell'energia. Nei prossimi mesi novità ci potrebbero essere anche sull'Assegno unico universale dopo che da diverse parti si è avanzata la necessità di rimodularlo.

Riforma pensioni Sullo sfondo c'è anche la riforma delle pensioni. Dopo l'accantonamento di quota 100 passando a quota 102 il Governo vorrebbe rimettere mano alla questione per una riforma complessiva che possa garantire la tenuta del sistema previdenziale sul lungo periodo. Alcune forze politiche hanno già avanzato le loro idee come la Lega che già da mesi ha lanciato la proposta di "Quota 41" anche se le iniziative in campo sono diverse anche perché senza un intervento complessivo c'è il "rischio" che da gennaio torni in vigore la Riforma Fornero.

Salario minimo "Il vero problema oggi in Italia - sostiene l'economista Tito Boeri - è che c'è una quota di lavoratori sempre più importante che sfugge alle maglie della contrattazione collettiva. Per questo serve una legge che fissi un livello retributivo orario minimo al di sotto del quale non si può scendere in tutti i settori, per tutte le imprese, per tutti i lavoratori", dice ancora.