Rai e Scala: 58 magazzinieri senza paga. "Appalti opachi, nessuna vigilanza"

Roger Logistics sotto pignoramento, stessa partita Iva della ditta nella bufera per tangenti all’ortomercato. Spunta un possibile “salvatore“. Dubbi dei sindacati

Una vecchia protesta dei magazzinieri della Scala

Una vecchia protesta dei magazzinieri della Scala

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Per pagare l’affitto e le bollette un lavoratore ha dovuto contrarre un finanziamento, e ora non riesce più a saldare le rate mensili. Un collega ha appena avuto il secondo figlio e, senza stipendio, "è impossibile mantenere la famiglia". Storie comuni a quelle di altri magazzinieri alla Rai e alla Scala, che operano negli appalti dietro le quinte di cultura, informazione e intrattenimento. Si occupano di servizi che i due colossi hanno affidato alla società Roger Logistics, ma da mesi non vengono pagati.

Sono 58 lavoratori (25 alla Rai fra Mecenate e Sempione e 33 alla Scala) persi nel labirinto di un appalto che si è trasformato in un nodo da sciogliere per i vertici dei due enti. La vicenda si incrocia con l’inchiesta della Procura di Milano che nel novembre 2019 aveva scoperchiato un giro di tangenti all’ortomercato. Inchiesta a carico dell’ex dg Sogemi Stefano Zani (arrestato e poi rimesso in libertà nel 2020, anche in seguito alla cessazione del rapporto di lavoro con Sogemi) e dei presunti corruttori, l’imprenditore Giorgio Gnoli e un suo dipendente.

L’indagine travolse la Ageas Impresa Consortile Lombarda srl, una delle società che si occupavano di facchinaggio nell’ortomercato, amministrata da Gnoli, che avrebbe foraggiato Zani per ridimensionare sanzioni e ammorbidire controlli. La Ageas, come ha ricostruito la Uil Trasporti, ha la stessa partita Iva della Roger Logistics, che negli anni successivi ha lavorato per istituzioni come la tv pubblica e il “tempio della lirica“.

"Dopo quello che è successo all’ortomercato – spiega Davide Margarita, sindacalista della Uil Trasporti – è grave che committenti importanti come Rai e Scala abbiano continuato a rinnovare e prorogare contratti d’appalto con la Roger Logistics, senza controllare chi si muove dietro le quinte e avendo come unico interesse quello di ottenere servizi al minor costo possibile". Roger avrebbe riassorbito i lavoratori di Ageas dopo l’inchiesta, subentrando quindi anche negli appalti. Ageas di fatto ha "cambiato nome ma non partita Iva", continuando a operare. A sua volta Roger Logistics è finita in cattive acque. Travolta dai debiti, ha smesso di pagare fornitori e dipendenti ed è sotto pignoramento.

"Quando come in questo caso si fanno appalti al massimo ribasso – prosegue Margarita – le società non riescono a stare in piedi, i problemi vengono scaricati sulle spalle dei lavoratori e i committenti non si prendono le loro responsabilità. Purtroppo uno schema che si ripete". Una situazione che a Milano si è tradotta in magazzinieri senza stipendio da mesi.

La crisi più grave alla Rai, dove non vengono pagati da maggio e per questo hanno scioperato. Mancano anche quattordicesima, malattie, Tfr. Come estrema beffa, non hanno neanche potuto ricevere il bonus di 200 euro del Governo Draghi per le famiglie in difficoltà. Alla Scala, invece, latitano gli stipendi di agosto e settembre. Rai e Scala, secondo i sindacati, non pagano Roger perché in quel caso i soldi finirebbero fra i beni pignorabili, quindi nelle tasche dei creditori. E non pagano direttamente i lavoratori per "evitare di doverli riassorbire come dipendenti diretti", visto che già alcune cause per intermediazione di manodopera hanno dato ragione a magazzinieri dell’appalto Rai.

Una matassa ingarbugliata nella quale si inserisce anche il nodo contratto: attualmente i magazzinieri sono assunti con il “multiservizi“, quindi con uno stipendio di poco più di 7 euro lorde all’ora. Un contratto che di solito viene applicato agli addetti alle pulizie e a servizi vari, quando invece loro si occupano di mansioni più qualificate, dalla logistica al montaggio di scenografie. "Stiamo resistendo ma, soprattutto per chi ha figli, è difficile andare avanti senza stipendio", spiega uno dei lavoratori intervistato dalla web tv della Uil Lombardia.

Oggi è in programma un presidio davanti alla Scala. La svolta potrebbe arrivare con il subentro con procedura d’urgenza di una nuova società che si farebbe carico degli appalti Roger, riassorbendo i lavoratori e pagando gli arretrati. Il nome del possibile “salvatore“, però, fa scuotere la testa ai sindacati. Si tratta infatti di una ditta che in passato si occupava già di pulizie alla Scala e nel 2015 finì nella bufera per stipendi non pagati. Non il massimo, come biglietto da visita.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro