ANDREA GIANNI
Economia

L'utopia di NeoruraleHub è realtà: riconversione verde a pochi chilometri dal Duomo

L'azienda sperimenta l’economia del futuro: "Produciamo ambiente al servizio di città che soffocano"

Il fondatore di NeoruraleHub, Piero Manzoni

Prima, una città che muore soffocata da inquinamento, rifiuti, agricoltura intensiva e consumo di suolo. Dopo, una metropoli che vive vive grazie a un territorio in grado di produrre energia sostenibile, nuovi lavori, tecnologia al servizio dell’economia circolare. Una grafica che rappresenta un sogno trasformato in realtà in campagne a 18 chilometri da piazza Duomo, dove NeoruraleHub sta sperimentando quella riconversione verde che ora è una delle sfide al centro della partita del Recovery plan. "Il nostro è un modello applicato nella Città metropolitana di Milano – spiega il fondatore, l’ingegnere Piero Manzoni – ma che può essere tradotto in ogni area urbana. Un prototipo che si è dimostrato economicamente sostenibile".

L’utopia realizzata è quella di un modello dove la tecnologia si basa sulle logiche di efficienza della natura (nature-based solutions). In un distretto di mille ettari, con un centro di ricerca e quattro cascine, la tecnologia è al servizio di diverse funzioni: la produzione di energia rinnovabile e sostenibile anche attraverso la rivalorizzazione degli scarti organici; lo sviluppo di tecnologie efficienti per la produzione di cibo che riducono lo spreco di risorse e l’uso di insetticidi e l’impatto delle pratiche agricole; lo sviluppo di sistemi di risparmio delle risorse idriche per i processi dell’industria agroalimentare; la rinaturalizzazione di aree degradate, con il conseguente aumento della fertilità dei suoli, dello stoccaggio di CO2, miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua. il primo "Produttore d’ambiente", con l’ambiente che "diventa un prodotto, con un valore economico che può essere venduto e scambiato". Il polo è nelle campagne fra Giussago e Lacchiarella, a cavallo fra la Città metropolitana di Milano e la provincia di Pavia, ma il suo destino è legato a doppio filo con Milano e con l’obiettivo di creare un ecosistema sostenibile attorno alla città.

«Le zone periurbane non devono più essere solamente fornitrici di servizi agricoli, ma devono diventare centri di servizi ecosistemici e ambientali i per le città limitrofe producendo innovazione e ispirandosi alle soluzioni messe in atto dalla natura, in una logica di collaborazione delle zone rurali con le città", sottolinea Manzoni. L’obiettivo del modello è ridisegnare la periferia urbana e i distretti industriali, trasformandoli in centri di servizi per le città e le industrie, abbattendo gli sprechi di risorse naturali, diminuendo emissioni di gas serra e riqualificando gli spazi e territori funzionali alle attività umane. "Il concetto è quello di equilibrio – conclude Manzoni – indispensabile per evitare che il sistema collassi. La natura è il miglior centro di ricerca e sviluppo che sia mai esistito, sa già come affrontare la sfida per ricostituirsi e autoripararsi dopo i disastri generati dall’uomo".