L’export di Milano vola, affari d’oro con Cina e Stati Uniti

Primato a livello nazionale grazie alle vendite oltreconfine. Ma è più debole la crescita dell’occupazione

Carlo Sangalli (Newpress)

Carlo Sangalli (Newpress)

Milano, 1 agosto 2019 - Un territorio che guarda all’Europa, ma anche agli Stati Uniti e alla Cina. Export che vola, e Milano che fa da traino a livello nazionale con il primato delle esportazioni: 44 miliardi di euro, un decimo del totale italiano. Scenario che emerge dal rapporto Milano produttiva 2019 a cura della Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi, termometro delle attività produttive.

«L’economia di Milano cambia progressivamente volto ma è in buona salute», spiega il presidente dell’ente camerale, Carlo Sangalli. «Un trend destinato a consolidarsi con la vittoria delle Olimpiadi 2026 e la valorizzazione dei grandi eventi - prosegue - allo stesso tempo vanno rafforzati gli strumenti a sostegno delle tante micro e piccole imprese penalizzate dai veloci e imprevedibili cambiamenti del mercato e delle tecnologie». Milano conferma la sua centralità nel Paese con un tasso di crescita delle imprese nel 2018 del +1,4% (dato doppio rispetto al tasso nazionale,+0,5%). Crescono le imprese attive, +1,2%, raggiungendo quota 303 mila. Tra i settori, i servizi sono caratterizzati da una dinamica espansiva, +2,3%, tiene il commercio (-0,01%), cala la manifattura (-0,6%). Con quasi 44 miliardi di euro nel 2018 e 11 miliardi nei primi tre mesi di quest’anno, Milano rimane la prima provincia italiana per export, tra le più rilevanti anche sotto il profilo della crescita (+6,4%). L’abbigliamento ha fatto registrare una crescita del 9,8% e la chimica del 5,4%. La propensione a raggiungere i mercati più lontani è un tratto distintivo dell’export milanese: quasi la metà delle vendite è realizzata infatti al di fuori dell’Europa, con gli Stati Uniti che si confermano il principale mercato, oltre a essere tra quelli più in crescita (+13,6%) insieme alla Cina (+17,7%). Positiva in ogni caso anche la dinamica delle esportazioni dirette in Europa (+5,8%). «Questi dati dimostrano che bisogna investire sull’internazionalizzazione, perché è la chiave dello sviluppo di un territorio», analizza Guido Bardelli, membro di Giunta della Camera di commercio. «Guardare solo all’Europa non basta - prosegue - e i Giochi invernali potranno offrire occasioni di crescita a tutto il territorio, non solo in chiave turistica». Sul versante degli investimenti dall’estero, Milano attira un terzo di tutta Italia con 4.579 imprese, il 32% nazionale, 466 mila dipendenti, 224 miliardi di fatturato, con ricadute occupazionali importanti, come nei grandi progetti immobiliari che ridisegnano la città.

Ma tra tanti segnali di ripresa c’è anche una nota stonata. A Milano si può osservare un aumento dell’occupazione di poco superiore allo zero (+0,3%), dato che interrompe un triennio di variazioni positive annue che si collocavano intorno al 2%. Il tasso di occupazione è rimasto invariato a Milano (69,5%), ma è di ben undici punti superiore al nazionale (58,5%). Relativamente ai giovani under 30 si rilevano tassi di disoccupazione ancora molto alti, seppure a livello locale la situazione è meno grave rispetto alla media nazionale (24,8%), con Milano al 16,6%.

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