Marelli, crisi dei chip ed elettrico portano il taglio dei posti di lavoro

L'azienda nata dalla fusione fra Magneti Marelli e un gruppo giapponese prevede licenziamenti a livello mondiale

La storica azienda di componenti elettriche per l’auto

La storica azienda di componenti elettriche per l’auto

Corbetta (Milano), 20 gennaio 2022 - Nei giorni scorsi è stato annunciato un cambio ai vertici di Marelli, gruppo nato nel 2019 dall’integrazione tra Magneti Marelli, storica azienda italiana della componentistica auto, e la giapponese Calsonic Kansei, entrambe in portafoglio al fondo americano KKR, lo stesso che sta provando a rilevare anche il colosso telefonicop Tim.

Il posto di Ceo e presidente di Marelli, occupato negli ultimi quattro anni da Beda Bolzenius, è stato assegnato - un po’ a sorpresa rispetto alle aspettative - a David Slump, che vanta un’esperienza trentennale nel settore, per aver ricoperto ruoli dirigenziali in altre aziende dell’automotive e dell’energie (General Electris, Landis, Gir e Abb).

Tra una settimana i sindacati sapranno quali saranno i nuovi programmi dell’azienda, anche se dalle prime parole di Slump si intravede una continuità di intenti col recente passato. "Credo fortemente nella strategia già in atto per rendere l’azienda più competitiva in termini di costi, più efficiente e ancora più orientata al futuro della mobilità e dell’elettrificazione".

Il 27 gennaio è stato convocato un incontro con i vertici nazionali e territoriali delle organizzazioni sindacali. "In quella occasione sapremo qualcosa di più in merito al già annunciato piano di tagli di cui si è discusso nello scorso autunno", afferma Marco Giglio della Fim Cisl milanese.

Marelli lo scorso mese di settembre aveva prospettato un taglio di 1.500 dipendenti al fine di ridurre i costi di gestione nel contesto di una situazione di crisi per la cronica mancanza di componenti. "In questi anni – aggiunge Giglio – non ci sono stati tagli marcati tra gli occupati: c’è stata un’operazione di accompagnamento alla pensione a fine 2020. In questi ultimi mesi abbiamo verificato un sempre minor apporto di lavoratori somministrati. Non una riduzione drastica ma necessaria per far fronte alla riduzione dei volumi di produzione".

Marelli oggi conta 170 stabilimenti e centri di ricerca e sviluppo situati in tutti i Continenti, dove sono occupate 58mila persone, con un fatturato di 10,4 miliardi di euro nel 2020.

In Italia il gruppo Marelli ha fatturato nel 2020 poco più di 936milioni di euro, ma generando una perdita operativa di oltre 269 milioni. Già dallo scorso giugno il gruppo sta sondando il mercato per cedere la divisione sospensioni, che, nonostante un giro d’affari prossimo ai 900milioni di euro, non sarebbe abbastanza redditizio. La cessione della divisione potrebbe liberare risorse utili a investire sui rami più ricchi della componentistica, in particolare sull’aggiornamento in chiave tecnologica ed elettrica, dato che la transizione ai veicoli a batteria sta costringendo l’intera filiera ad allineare l’offerta alle richieste delle case automobilistiche.  

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