Cavalli vende, Calvin Klein chiude: oltre 350 dipendenti col fiato sospeso

Due storiche griffe al bivio, allarme occupazione

Roberto Cavalli

Roberto Cavalli

Milano, 2 aprile 2019 - Due storiche griffe al bivio, Calvin Klein e Roberto Cavalli, lavoratori con il fiato sospeso e un futuro incerto nella capitale italiana della moda. La prima darà l’addio a Milano, chiudendo la sede in viale Umbria e licenziando gli 84 lavoratori. La seconda maison, con il fondo Clessidra come azionista di maggioranza, ha avanzato invece al Tribunale di Milano una richiesta di accesso al concordato preventivo in continuità finalizzato alla vendita del brand che conta 270 dipendenti tra il quartier generale di Sesto Fiorentino e il capoluogo lombardo.

Dipendenti che ieri hanno scioperato. La proprietà, quindi, presto potrebbe essere rilevata. Il presidente del Consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato della Roberto Cavalli ieri hanno incontrato i sindacati in Regione Toscana, spiegando che ci sono già due manifestazioni di interesse per l’acquisto, giudicate interessanti perché «ritenute particolarmente congrue». Una sarebbe quella del gruppo statunitense Blue Star Alliance, che ha già avviato tempo fa le trattative e sarebbe disposta a presentare un piano per il rilancio della griffe fondata negli anni ’70 dallo stilista Roberto Cavalli. Nel 2015 il 90% della proprietà del gruppo è stata acquisita dal fondo italiano Clessidra Sgr: ora è all’orizzonte un nuovo passaggio di mano. «Siamo in attesa di capire come evolverà la situazione», spiega Simona Lupaccini, segretaria Filctem Cgil di Milano che sta seguendo la vicenda con i sindacalisti Femca Cisl. «Chiediamo la tutela dei posti di lavoro - prosegue - e ci attiveremo sulla base delle prossime mosse dell’azienda». La griffe conta il maggior numero di dipendenti in Toscana, ma Milano è una città simbolo: ospita lo showroom in via Ceresio 7, la boutique nel Quadrilatero della moda, il club Just Cavalli, la sede legale in piazza San Babila. Un brand al bivio, visto che il passaggio di mano potrebbe significare nuovi investimenti e rilancio dopo anni di crisi.

Sembra invece segnato il destino dei lavoratori milanesi della Calvin Klein, che non è intenzionata a fare marcia indietro sull’addio a Milano e sugli 84 licenziamenti. Lo storico brand dopo aver chiuso la sede operativa di Trento, ha deciso di disinvestire ulteriormente sull’Italia. Una scelta dovuta alla chiusura della linea del lusso, con impatto inevitabile sul capoluogo lombardo. Ieri l’azienda ha incontrato i sindacati confederali di categoria (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, UIltec-Uil), in attesa di una riunione decisiva che verrà convocata nei prossimi giorni. Sarebbe in fase di chiusura, infatti, la trattativa su buonuscite, incentivi e accompagnamento alla pensione per i dipendenti licenziati. E la sede di viale Umbria chiuderà definitivamente i battenti.

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