Autunno in salita: bollette, gas e non solo. Rientro in fabbrica con 42 crisi sul tavolo

Dal tessile alla meccanica fino a servizi e commercio: esuberi sul tavolo prima ancora che iniziasse la bolla inflattiva. "Coinvolti 10mila lavoratori"

Milano, 5 settembre 2022 - Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del Giorno riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro.  www.ilgiorno.it/ buongiornomilano  

I lavoratori della Maier di Verdellino, nella Bergamasca, hanno trascorso l’estate in presidio, lottando per il loro futuro. Per i 170 dipendenti sotto la Madonnina dei grandi magazzini La Rinascente, che affondano le radici nella Milano della seconda metà dell’Ottocento e ora sono nelle mani della thailandese Central Group, è stato firmato un contratto di solidarietà fino a fine anno. Alla Fiav di Agrate Brianza, che appartiene al Gruppo Calvi, è stata avviata invece la procedura di messa in liquidazione per cessazione attività. L’acciaieria informa i clienti, con un messaggio sul sito internet, di aver "terminato l’attività di acquisizione di nuove commesse", garantendo di "procedere l’attività operativa per la produzione e consegna di tutti i contratti in essere".

Spostando lo sguardo verso Nord, l’azienda tessile Noyfil di Andalo Valtellino ha deciso di chiudere i battenti, lasciando a casa 68 dipendenti, per "difficoltà legate alla concorrenza asiatica". Sono solo alcune delle 42 crisi aziendali nelle province lombarde elencate in un report sul tavolo dei sindacati, che fa suonare un campanello d’allarme per l’autunno. In tutto sono coinvolti oltre 10mila dipendenti in Lombardia, in diversi settori, che rischiano di perdere il posto o lo hanno già perso, per il momento soccorsi dagli ammortizzatori sociali o da accordi su incentivi all’uscita. Ed è solo la punta dell’iceberg, perché gli effetti della crisi energetica potrebbero essere devastanti e mettere a rischio altre decine di migliaia di posti di lavoro. Nel dossier dei sindacati ci sono storiche aziende locali, punti di riferimento per i territori, e grandi gruppi nazionali o internazionali come il gruppo Coin. A Cologno Monzese Direct Line ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per oltre cento dipendenti.

A Lacchiarella, nel Milanese, i lavoratori della Mamoli si preparano a un autunno di lotta. "Ci sono tutti i presupposti per un autunno difficile – spiega Enzo Mesagna, segretario Cisl Lombardia con delega al mercato del lavoro – perché si stanno sommando fattori come l’incertezza politica, il costo delle materie prime e dell’energia. La crisi è trasversale ai settori, anche se per ora la maggior parte delle imprese resiste, e il ricorso alla cassa integrazione pur in calo è ancora a livelli molto più alti rispetto al 2019, prima del Covid". Nei primi sette mesi dell’anno in Lombardia sono stati più di 58mila i lavoratori soccorsi dagli ammortizzatori sociali.

A livello nazionale i tavoli di crisi aperti davanti al ministero dello Sviluppo economico (dove approdano le situazioni più critiche e complesse) sono 73, e coinvolgono circa 95mila lavoratori. Riguardano il territorio lombardo Grancasa, Acque minerali d’Italia (Norda), Italtel, Fimer e Softlab. Poi la Corneliani di Mantova, indicata dal Mise come "modello positivo" per il "rilancio di un marchio storico del made in Italy nel settore del tessile attraverso il supporto finanziario dello Stato". Metodo Corneliani usato anche per dare una "svolta positiva" alla crisi della Canepa, storica azienda tessile del Comasco. Il ministero sta supportando anche il percorso di reindustrializzazione della bresciana Timken, "agevolando il passaggio di proprietà al gruppo Camozzi".

Altre imprese, invece, non ce la fanno. Solo il Tribunale di Milano ha registrato, dall’inizio del 2022, 393 fallimenti. Enrico Vizza, segretario generale della Uil Lombardia, lancia un chiaro messaggio alla politica: "Bisogna avere più coraggio nell’abbattimento del cuneo fiscale, servono misure che stabilizzino i contratti di lavoro riducendo l’utilizzo dei contratti a termine. Più che le parole da campagna elettorale serve un intervento urgente per fare immediatamente fronte al caro energia". Sul fronte delle imprese, anche l’edilizia lancia un Sos. Il vicepresidente di Assimpredil Ance, Paolo Riva, spiega che il rincaro energetico "non è più sostenibile" e potrebbe portare alla chiusura dei cantieri. "Stiamo assistendo a segnali contraddittori – spiega il giuslavorista Maurizio Del Conte, presidente di Afol Met – da una parte c’è un trend positivo dell’occupazione, mentre dall’altra le aziende stanno attraversando innegabili difficoltà. Ci sono grosse incognite, legate a inflazione e crescita dei costi. Questo è il momento per fare veri investimenti sul lavoro".

 

 

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