REDAZIONE MILANO

Dimmi in che casa abiti e ti dirò chi sei: undici stanze d’autore in Triennale

In coincidenza con la 21esima Esposizione internazionale del design di Milano, il Salone del Mobile presenta un cammino in camere e salotti che non ti aspetti di LUCA ZORLONI

La mostra "Stanze" in Triennale

Milano, 31 marzo 2016 – C’è la stanza del futuro. Una sequenza di piccoli pouf poliedrici, che con il giusto comando trasformano il salotto in ufficio, la stanza da letto in un auditorium. Sembra la casa di Barbie, dove il letto nascondeva la vasca, ma all’ennesima potenza tecnologica, quella della mente di Carlo Ratti, titolare dell’omonimo studio di architettura e direttore del Mit Senseable City Lab di Boston, che ha creato quello che definisce Liftbit. C’è l’igloo «pop» di Fabio Novembre, che accoglie l’ospite con due androidi dorati a metà tra il C3Po di «Guerre Stellari» e il robot di «Metropolis» e lo ingoia attraverso un’enorme bocca, in tutto simile alla grotta dell’Orco nel parco di Bomarzo. E c’è la stanza di Elisabetta Terragni che non ha pareti, ma angoli, una sequenza tra ottusi e acuti che trasforma un cubo in un labirinto, o quella targata Marta Laudani e Marco Romanelli che, al contrario, angoli non ne ha, perché è una triplice colonna scanalata, dove all’interno si racchiudono mobili e suppellettili per forme primarie: cerchi, cubi, parallelepipedi. Sono questi alcuni degli undici ambienti che compongono «Stanze. Altre filosofie dell’abitare», la mostra che il Salone del Mobile ha regalato per cinque mesi alla Triennale di Milano come contributo di design e architettura alla 21esima Esposizione internazionale, che viale Alemagna organizza dal 2 aprile a settembre.

«L’architettura degli interni continua a essere il luogo privilegiato di indagine, studio e riflessione sugli aspetti piu` propriamente legati alla vita quotidiana delle persone: tutti abitiamo dentro alle case, e dentro a quegli spazi la nostra vita si svolge per buona parte – spiegano gli organizzatori della mostra, curata da Beppe Finessi, in una nota -. L’architettura degli interni ha questo compito realmente speciale: pensare e definire gli spazi e gli ambienti, con le forme, i colori, i dettagli che ospiteranno, accoglieranno, sfioreranno i corpi di quelle persone, registrandone temperature, umori, passioni, prendendosi cura di quelle diverse umanita`. Progettando il mondo intorno a quelle vite». Ecco perché in un’Esposizione internazionale sul design, architetti e creativi contribuiscono con la loro idea – poetica, avveniristica, lirica – di cos’è la casa. A cimentarsi con la propria idea di «filosofia dell’abitare» ci sono undici progettisti: Andrea Anastasio, Manolo De Giorgi, Duilio Forte, Marta Laudani e Marco Romanelli, Lazzarini Pickering Architetti, Francesco Librizzi, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Carlo Ratti Associati, Umberto Riva ed Elisabetta Terragni.

Stanze. Altre filosofie dell’abitare, dal 2 aprile al 12 settembre alla Triennale di Milano