
Sting (Olycom)
Milano, 10 marzo 2016 - Urban, installazioni e musica. Roberto De Luca di Live Nation ripensa il cartellone di giugno e luglio all’Assago Summer Arena, dietro il Forum e accanto al Teatro della Luna, partendo dal concetto che «non è un festival ma un contenitore di eventi». E l’ha progettato con l’architetto Carlo Carbone di Saa Architects e Davide Loritano della galleria torinese Square23. Sarà Street Music Arts, installazioni dei maggiori artisti internazionali, concerti con Jack Savoretti il 16 giugno, Little Mix il 20, Mumford & Sons il 4 luglio (sold out), Max Pezzali il 14, Robert Plant il 20, Santana il 21, Sting il 29.
«Arriveremo a venti date - anticipa De Luca per Live Nation -, ma tutto parte dal 9 al 12 giugno, con il pubblico per quattro giorni potrà vedere gli artisti lavorare alle loro opere, accompagnati da musica, rap e dj set (Dimitri Vegas, Like Mike il 10), la danza (break dance) e altro. L’Arena avrà tre configurazioni, con un tribuna da 2.100 posti e 7.300 seduti, una grande con tribuna e 11mila in piedi, una piccola con 3.500 in piedi ed eventuale tribuna».
Intorno si muove l’arredamento urbano di Carbone, «un guazzabuglio di pieni e vuoti che sono prospettive, pezzi di città, fronti, con un percorso aereo e altre proposte. In un luogo logisticamente perfetto». Davide Loritano presenta il cast di artisti che faranno di Milano la capitale mondiale della street art. «Sono i Nevercrew, coppia svizzera che ha studiato belle arti a Brera, con opere a New Delhi e Miami, Pixel Pancho, torinese, figurativo e robotico, opere negli Usa e al Guggenheim di New York, il portoghese Vilhs e la sua archeologia urbana contemporanea (usa il martello pneumatico).
Etnik, italo svedese fra città e gabbia umana, i polacchi Michal Sepe e Chazme con la loro visione figurativa, architettonica e sociale, i grandi animali urbanisticamente estinti del belga Roa, l’olandese Zedz con le sue opere tridimensionali e l’installazione al Cinema Colosseo che racconta il quartiere torinese di San Salvario. Siamo disponibili a dialogare con fondazioni e istituzioni milanesi per consegnare questo straordinario village alla città». Così i cluster aperti di Torino, laboratorio di idee, si saldano con i cluster chiusi e potenti di Milano. Investimento da un milione di euro, musica esclusa.
di MARCO MANGIAROTTI