Milano, Stefano D’Orazio e il suo libro sulle nozze: "Il matrimonio, che incubo..."

L’ex batterista dei Pooh in veste di autore

L’ex batterista dei Pooh Stefano D’Orazio

L’ex batterista dei Pooh Stefano D’Orazio

Milano, 15 settembre 2018 - …E VISSERO felici e contenti. O quasi. Nell’attesa di tornare in libreria con la sua ultima fatica letteraria «Non mi sposerò mai!», Stefano D’Orazio è ospite lunedì (alle 15.30) della redazione de Il Giorno per raccontare l’anno cruciale della sua vita, quello dell’addio definitivo ai Pooh e della capitolazione alle insistenze matrimoniali della compagna Tiziana. Una folgorazione, quest’ultima, avvenuta nella città dell’amore per eccellenza: Verona. Sotto la luna di Giulietta e Romeo ma pure di Aida e Radames. «Galeotta fu quella sera in Arena, dove mi trovavo con i Pooh per ricevere un premio, in cui lanciai l’idea senza riflettere minimamente sulle conseguenze del caso», spiega D’Orazio, che il 24 settembre presenterà il volume pure alla Feltrinelli di piazza Piemonte (alle 18.30) assieme al direttore de Il Giorno, Sandro Neri. «Solo la mattina dopo mi resi conto che dire una cosa in televisione, a milioni di telespettatori, comporta la conseguenza di non potersi più tirare indietro. E che sposarsi non è esattamente la cosa più facile del mondo. Preso atto della difficoltà di mettere in piedi una cerimonia, ho iniziato ad appuntarmi tutte le situazioni paradossali e comiche (perché grazie al cielo vedo sempre le cose da un’ottica ‘smile’) che ci sono piovute addosso da quel fatidico annuncio in poi. E la storia che ne viene fuori sta nelle pagine del libro».

Mai dire mai nella vita.

«Già, ma per uno scapolo impenitente la scelta di sposarsi può rivelarsi traumatica. E non solo per lui; all’inizio, infatti, tutti mi trattavano come se avessi avuto un incidente, senza riuscire a capacitarsi dell’accaduto».

Perché scrivere del proprio matrimonio?

«Perché nel momento in cui uno prende la decisione non si immagina cosa sta per accadergli; dei meccanismi in cui si caccia, a cominciare dal catering, alla location, al “flower stylist”, tutti nomi inglesi per quello che un tempo erano pranzo, chiesa, fiorista. Dei sopralluoghi, dei moniti di chi ti fa notare che sposarsi il 12 settembre, giorno del tuo compleanno, è una bella idea, ma quell’anno cade di martedì e né di venere né di marte non si sposa e non si parte né si dà principio all’arte. E poi la prova menù, i nomi delle piante d’arredo di cui ignoravi l’esistenza sul pianeta terra, le soluzioni d’emergenza in caso di pioggia, la dislocazione dei posti a tavola per evitare che gli artisti invitati, separati magari da rivalità, non s’ammazzino prima della torta».

Un incubo in abito bianco.

«Già. E questo per non parlare proprio degli abiti. Mia moglie Tiziana con la passione della Ferretti che va a Rimini a farsi fare il vestito e io che, per non essere da meno, vado da Pignatelli a Torino a provare il mio circondato da poliziotti e carabinieri, impegnati nei loro sopralluoghi perché proprio la notte precedente i ladri s’erano introdotti nella maison. E poi ancora l’auto. L’idea di arrivare su una DeLorean come quella di ‘Ritorno al futuro’, salvo poi prendere atto che, in abito da cerimonia, avrebbero dovuto tirarci fuori col carroattrezzi decidere di puntare su una vettura un po’ meno sportiva».

Testimone Barbara D’Urso.

«Sì, perché siamo amici da sempre. Per presenziare alla cerimonia, Barbara era riuscita ad ottenere da Mediset il permesso di condurre la diretta da Roma. La sua idea era quella di lasciare lo studio del Palatino alle 17.30, mandando in onda nell’ultima mezz’ora qualcosa di registrato, in modo da avere il tempo necessario per presentarsi in tempo alla cerimonia. Una volta scoperto, però, che Striscia stava carezzando l’idea di denunciare la cosa, è voluta rimanere in trasmissione fino alla fine. Così, dopo venti interminabili minuti di attesa, proprio mentre stavo per mandare in campo la riserva, l’ho vista materializzarsi all’ingresso come una visione. Tutte cose vere, sia chiaro, che durante la presentazione del libro documenterò con una clip introduttiva».

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