Piotta, altro che “supercafone”. Ora Tommaso apre il suo cuore: "Perdere mio fratello, che botta"

Al Magnolia giovedì prossimo si spoglia del personaggio per mettere a nudo i veri sentimenti: "Ho cercato di elaborare il lutto con un nuovo album, ho trovato alcuni suoi scritti"

Piotta, Tommaso Zanello

Piotta, Tommaso Zanello

Milano – Rinunciando a canzoni come “La mossa del giaguaro” o “Troppo avanti”, Piotta giovedì prossimo al Magnolia si spoglia del personaggio per mettere a nudo la persona. Più che il “supercafone” delle classifiche, infatti, l’ultimo album “’Na notte infame” racconta Tommaso (Zanello) adagiandosi tra i sentimenti traditi da un addio arrivato troppo presto; quello al fratello Fabio, poeta e scrittore, scomparso nel 2022 a 59 anni lasciandolo solo col peso del rimpianto.

Tommaso, che Piotta mette in luce questo spettacolo?

"Punta sul mio lato più introspettivo, accompagnato da una splendida band in cui trova posto pure Francesco Santalucia con cui ho prodotto l’intero album, traducendo l’emotività dirompente. Questa vena ce l’ho sempre avuta, anche se magari offuscata in passato dalla mia dimensione più goliardica e travolgente".

Cosa c’è in scaletta?

"Eseguirò tutte e undici le canzoni di ‘’Na notte infame’, affiancandole a pezzi del passato e a medley per un totale di circa trenta momenti diversi, tra cui una cover di ‘Rimmel’, che rifacciamo in una chiave urban, perché era una delle canzoni preferite da Fabio. Il carattere malinconico dello spettacolo non lo priva di momenti ritmici, da ballare, quasi ad esorcizzare il dolore che traversa buona parte del repertorio".

Dalla colonna sonora della serie “Suburra” c’è qualcosa?

"Sì. Perché ha delle atmosfere scure che si legano col resto del repertorio. Basta pensare di come ‘Cuore nero’ si ritrovi in ‘Serpico’, uno dei nuovi brani che racconta l’omicidio nell’80 a Roma di Francesco Evangelista, detto appunto ‘Serpico’ per il suo coraggio, freddato da un commando terroristico dai Nar proprio davanti al Liceo Giulio Cesare. C’è pure quella ‘Sette vizi capitali’ che è stata la sigla della serie un po’ in tutti i paesi in cui è stata distribuita".

Tutto il progetto parte da “’Na botta infame” raccolta di poesie di suo fratello.

"Un volume dalla potenza lirica straordinaria, citato e recitato pure nello spettacolo, talora anche dalla voce di Fabio. Voce che affiora pure dai brani iniziali ‘Lode a Dio’ e ‘Ode a Roma’ eseguiti dalla band prima del mio ingresso in scena".

Lei e suo fratello, a marzo, avete firmato pure il romanzo “Corso Trieste” .

"Dopo la scomparsa di Fabio ho cercato di tenere botta ed elaborare il lutto buttando l’album che stavo facendo per crearne uno nuovo con la voce sua e mia. Ho trovato suoi scritti inediti che ho pensato di unire ad alcuni mei creando una specie di dialogo postumo fra di noi. La proposta di trasformare tutto in un libro è stata de La Nave di Teseo. Così ci è sembrato logico pubblicarlo uscire contemporaneamente al disco".

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