GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

‘In Scena’, il palcoscenico storico del Teatro alla Scala in mostra al museo della Scienza e Tecnologia

Un pezzo da collezione che racconta una grande storia tra ingegneria, arte e spettacolo

“In Scena” al Museo della Scienza con Teatro alla Scala e Comune di Milano

“In Scena” al Museo della Scienza con Teatro alla Scala e Comune di Milano

Milano – “Ogni museo racconta una storia politecnica: di competenze e saperi diversi che fanno dialogare arte, musica, ingegneria e tecnica”, spiega Claudio Giorgione, curatore, annunciando l’esposizione “in Scena” che si aprirà sabato al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, in collaborazione con la Fondazione Teatro alla Scala, il Comune di Milano.

“Il palcoscenico storico progettato dall’ingegnere, architetto Luigi Lorenzo Secchi - architetto conservatore della Scala dal 1932 al 1982 - e realizzato nel 1938 è l’esempio di com’è possibile rinnovare la vita quotidiana di un teatro, la Scala”. L’allestimento racconta il rapporto tra teatro, musica e tecnica che si svolge attorno a un modulo del palcoscenico a ponti mobili del Teatro alla Scala utilizzato dal 1938 al 2002. Un’importante valorizzazione di un bene storico proposto nella sua totale leggibilità, sia dal punto di vista storico, sia tecnico, spiegando il funzionamento; una narrazione dei contenuti approfondita e accessibile.

“Esponiamo una parte del palcoscenico con la sfida di raccontare l’insieme, attraverso documenti audiovisivi, animazioni tridimensionali per comprendere non solo la complessità dei movimenti del funzionamento ma come doveva essere allora. Occupava uno spazio di 330 metri quadri e scendeva in profondità nel terreno” continua Giorgione. “Inoltre l’abbiamo messo in dialogo con alcune delle nostre collezioni, fra cui quella degli strumenti antichi. Ne esponiamo cinque che per l’occasione sono stati restaurati: in mostra anche due macchine per la riproduzione del suono. Il mondo dell’opera intuisce presto che la riproduzione meccanica della voce e della musica avrebbe dato popolarità, anche commerciale, al melodramma italiano. Enrico Caruso fu uno di primi a registrare arie operistiche e in mostra parliamo anche di lui”, interviene Fiorenzo Galli direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica.

“Il modulo del palcoscenico del 1938 ritorna con un’installazione permanente, un punto d’incontro tra ingegneria, arte e spettacolo”. L’innovativo sistema progettato dall’ingegnere Secchi rese possibile la realizzazione di rapidi, sicuri e complessi cambi di scena grazie a un avanzato impianto idraulico costruito dalle Officine Meccaniche Stigler di Milano. Impossibile non rimanere estasiati dal manufatto esposto in mostra lungo 6 metri e largo 2,40 parte di un progetto di riforma del teatro iniziata con la costruzione della nuova buca orchestrale e le innovazioni illuminotecniche dell’artista Mariano Fortuny. Conclude Fortunato Ortombina, Sovrintendente e Direttore Artistico della Scala: “Dalle macchine sceniche settecentesche all’installazione pioneristica della luce elettrica, alla cupola luminosa di Fortuny per Tristano e Isotta del 1900 fino alle grandi trasformazioni architettoniche degli ultimi anni la Scala ha sempre cercato le soluzioni più moderne in un costante slancio verso il futuro”.