REDAZIONE MILANO

Una mostra senza fine, le illuminazioni di Cerith Wyn Evans al Pirelli Hangar Bicocca

La più grande esposizione mai realizzata dall'artista: dal 31 ottobre al 23 febbraio 2020

"….the Illuminating Gas", la mostra di Cerith Wyn Evans

Milano, 29 ottobre 2019 -  Dal 31 ottobre al 23 febbraio 2020, il Pirelli Hangar Bicocca di Milano ospita la più grande esposizione mai realizzata da Cerith Wyn Evans (Llanelli, Galles, Regno Unito, 1958), "….the Illuminating Gas", dove la luce torna a essere monumentale e impalpabile, esaltando lo spazio espositivo che ospita le sculture al neon. Un'esperienza intensa, toccante, nella quale la relazione tra le opere e il luogo genera una sensazione di completezza che deriva anche dal fatto che si tratta, in fondo, di una mostra circolare. "E' come se non ci fosse una fine - ha spiegato Roberta Tenconi, una dei curatori insieme a Vicente Todol - ma l'opera continuasse ancora. L'idea è non c'è differenza tra entrata e uscita, non c'è una fine, non si tratta proprio di un labirinto, e questa è una delle caratteristiche del lavoro di Evans, che continua a tenere aperto un discorso, continua a rilanciare le molteplici possibilità del linguaggio e della comunicazione di cosa un'opera può dire. Non ci sono mai significati chiusi".

La mostra presenta 24 lavori, tra sculture storiche, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni, che occupano gli oltre 5 mila metri quadrati delle Navate e del Cubo di Pirelli Hangar Bicocca. Il percorso si apre con il lento e costante pulsare di sette imponenti colonne luminose alte venti metri StarStarStar/Steer (totransversephoton) (2019). L'opera, realizzata appositamente per la mostra e composta da uno scheletro di lampade tubolari assemblate in cilindri di varie altezze, crea una coreografia di luci e ombre che a intermittenza invadono lo spazio. Tale dispiego di energia fa da contrappunto al suono emesso dall'opera attigua, eterea scultura in vetro anch'essa composta di elementi trasparenti, Composition for 37 flutes (2018). Cerith Wyn Evans è stato anche un film-maker indipendente, fino al 1994 quando ha realizzato la sua opera 'exit'.

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"Immagino ci sia una continuità, non ho mai davvero scelto di fare queste distinzioni tra un genere e l'altro - ha spiegato - Ho sempre scelto cose che avessero una identità ibrida". Per quanto riguarda l'utilizzo del suono nella sua arte Evans ha spiegato come "vale la pena di considerare l'idea di come il suono sembra funzionare nello spazio, e nell'installazione, è una specie di forma di intuizione che guida le persone nello spazio - ha detto - E' come una colonna sonora una specie di simulacro". Lungo le Navate tutti gli elementi sono sospesi e si sviluppano in un'elaborata partitura visiva concepita dall'artista: le 13 sculture al neon della serie Neon Forms (after Noh) (2015-2019) dialogano con l'intrico di rette e curve luminose di Forms in Space...by Light (in Time) (2017), lavoro originariamente concepito per le Duveen Galleries della Tate Britain di Londra e presentato qui in una nuova configurazione. Per la serie Neon Forms (after Noh) l'artista attinge al repertorio di passi, movimenti del capo e del kimono o dei gesti del ventaglio compiuti dagli attori del teatro Noh. Forms in Space...by Light (in Time) riprende forme utilizzate da Marcel Duchamp in The Bride Stripped Bare by Her Bachelors, Even, conosciuta anche come Il Grande Vetro, (1915-1923).

Il titolo stesso dell'esposizione "....the Illuminating Gas" fa riferimento all'ultimo lavoro dell'artista francese. Nel Cubo, unico spazio con illuminazione naturale, viene presentato un corpus eterogeneo di elementi: scritte eteree al neon, mobile sospesi e installazioni sonore disposti in un armonico equilibrio. Due installazioni accolgono i visitatori: E=C=L=I=P=S=E (2015), monumentale scritta al neon che descrive la progressione temporale e geografica di una eclissi di sole su diversi continenti e C=O=N=S=T=E=L=L=A=T=I=O=N (I call your image to mind) (2010). Il progetto espositivo coinvolge anche l'architettura esterna di Pirelli HangarBicocca, presentando TIX3 (1994), prima opera al neon dell'artista formata dalla scritta 'exit' al contrario.