
Lo scatto di Mauro Galligani
Milano, 16 maggio 2020 - Mauro Galligani, già grande firma fotografica del Giorno, sembra ispirarsi a Roy Batty, il replicante di “Blade Runner” che chiedeva vita, più vita: "Ho visto molte cose lontane e strane in vita mia, ma non pensavo di rimanere fermo, quasi dimenticandomi di scattare, di fronte a una restauratrice della Galleria degli Uffizi che puliva il vetro della “Nascita di Venere” di Botticelli".
Era il 2011. E Galligani, vissuto quell’istante irripetibile, poi scattò. Oggi, nell’era del Coronavirus, ripensa a quel capolavoro "come se appartenesse davvero alla nostra quotidianità, polvere compresa". E rivolge un invito a tutti: "Quando ripartiremo, quando ricominceremo a pensare al futuro, dobbiamo solo uscire di casa. C’è tutta la bellezza di cui abbiamo bisogno". Lo scatto della Venere botticelliana è quello che Galligani ha scelto per partecipare a “Il mondo che verrà”, la mostra, naturalmente digitale, promossa da “IL”, il mensile del Sole 24 Ore, in collaborazione con Mudec Photo, lo spazio espositivo dedicato ai maestri dell’obiettivo al Museo delle Culture. Da oggi una galleria di lavori di 50 fotografi internazionali, ognuno presente anche con un autoritratto. Un’antologia di visioni personali per rappresentare il “dopo”. Una galleria, ammirabile all’indirizzo “ilsole24ore.com/mostradigitaleil”.
Giovanni Gastel ha affidato le sue speranze ad “Adriana in the sky”: un’Adriana che salta nel vento, “forse la vita è tutta in questo suo fragile tentativo di volo”. Rankin ha preferito una mano: “La sicurezza sarà protagonista nelle prossime stagioni”. E, ancora, il cane clonato di Alberto Giuliani: “Il confine del futuro è già spostato verso il presente”; un vicolo della Medina di Marrakech di Antonino Savojardo: “Internet assumerà sempre più spazio nella nostra vita come un luogo fisico”; e Sara che si affaccia dalla finestra di Gianni Cipriano: “Finchè le case avranno finestre, si potrà sempre guardare fuori”.