
Lo spettacolo tra i tavoli apparecchiati
Milano, 23 maggio 2019 - Nelle trattorie di una volta la padrona ti chiama ancora «bel fusto» (vita vissuta). Oppure ti mette in mano una birra ancor prima di sedersi, fosse mai mancassero improvvisamente le forze. Capita perfino di riuscire a mangiare con una manciata di euro. E di trovare le scaloppine al limone che pensavi fosse in grado di fare soltanto tua nonna. Certo: ora è più facile lanciarsi su qualche all you can eat di fiducia giapponese o assemblare la propria «poke» preferita. Ma sparse per la città resistono ancora cucine meravigliose, fuori dal tempo e dalle mode. La cosa curiosa è che da stasera la trattoria la si ritrova anche a teatro. Nello specifico al Menotti. Che ha messo a soqquadro la propria platea per sparpagliare tavoli e tovaglie.
Nasce così “Trattoria Menotti”, fino al 16 giugno ad unire cibo e palcoscenico omaggiando la vecchia Milano. Quella di Gaber e del Derby, della nebbia e della Ghisolfa. Dei primi grattacieli odiati dal Bianciardi. Altri tempi. Progetto del padrone di casa Emilio Russo, vede in scena Marco Balbi, Enrico Ballardini, Paolo Bessegato, Gianna Coletti, Claudia Donadoni ed Helena Hellwigm oltre ai “Musica da Rispostiglio”. Sono loro a dar vita a un teatro svuotato, senza più palco, quinte, poltrone e sipario. Frammenti d’esistenze. Che si intrecciano in una trattoria di mezzo secolo fa. «Sono le tracce di una città che voleva cambiare – spiega il regista – e quel cambiamento avveniva soprattutto nei luoghi di condivisione: scuole, fabbriche, università, ma anche, e forse soprattutto, nei locali dove si tirava mattino. Luoghi dove la tolleranza non era una moda, ma una pratica di vita quotidiana. Nessuna nostalgia e nessun rimpianto. Ma solamente un chiedersi cosa è successo». Cena + teatro. Con lo spettacolo in mezzo ai piatti della tradizione lombarda, grazie al catering di «Artecucina».