
Marco Camisani Calzolari
Milano, 28 gennaio 2021 - Enzo Iacchetti lo definisce “un genietto”. E sicuramente a Marco Camisani Calzolari la definizione non dispiace se è vero che gli sono bastati quattro anni di spiegazioni semplici, puntuali e brillanti per spalancare le porte del mondo digitale al grande pubblico di Striscia la Notizia. Milanese, 51 anni, “MCC” è un docente (London School of Economics ed altro), scrittore, consulente, mosso nella sua opera di divulgazione da un motto al passo coi tempi: "non chiamatelo mondo virtuale, non è un videogame… questo è il mondo reale". Così tre sere a settimana eccolo materializzarsi sul piccolo schermo dalla amata Londra per spiegare cosa sono i vestiti intelligenti, come smascherare i finti influencer, o e le astuzie per proteggersi dagli attacchi degli hacker.
Marco, da Milano a Londra perché? "Se ciascuno ha il suo posto dei sogni, il mio è qua. Abito a Queen’s Park e me ne sto chiuso da mattina a sera nel mio mondo digitale, ma con la coscienza che fuori dalla porta ci sono i 15 milioni di persone di una città al centro del mondo".
Ha iniziato (a Radio Capital con Cecchetto) in giacca e cravatta, ora ha capelli lunghi e un aspetto da rockstar. "In Italia l’abito fa il monaco e prima in qualche modo dovevo conformarmi alla “seriosità” (ma ‘serio’ lo sono sempre stato) delle istituzioni per cui lavoravo. Poi ho capito che non ce n’era più bisogno e mi sono trovato una ‘divisa’ perfettamente confortevole. Nell’armadio ho 100 pantaloni neri, 200 t-shirt nere, e giacche nere tutte uguali".
Spettacolarizzare la sua materia non è facile. "Anche se la tecnologia è sempre stata scaccia-spettatori, parlare di certe cose in tv può aiutare la gente a capire il mondo in cui vive. Antonio Ricci lo sa e ha avuto il coraggio di mandarmi a parlare di digitale in prima serata".
Vista la crescente difficoltà di distinguere il vero dal falso che c’è nel web, il suo è servizio pubblico? "Se l’alfabetizzazione digitale la facciamo nei nostri siti, nei nostri blog o in programmi dedicati, siamo condannati a rimanere in una nicchia. La tv generalista è l’unica strada per arrivare alla massa".
Una delle sue battaglie è sulle metriche della rete. "Fino a qualche tempo fa si potevano comprare centinaia di migliaia di fake; questo ha prodotto delle web star che, in ossequio al principio ‘fake it until you make it’ (fingi fino a quando non lo ottieni) si sono trasformate in star vere anche senza un seguito reale. Grazie a Striscia ho una visibilità di milioni persone e tuttavia i miei numeri sui social sono 200mila follower su Fb e 70mila su Instagram. Se un padrone degli stadi come Vasco Rossi, e quindi una delle figure più popolari e seguite d’Italia, ha 1 milione e 200mila followers, come si spiega che alcuni arrivino, che so, a 22 milioni?". Cifra detta a caso? Mah.