
I La Sad
Milano, 2 gennaio 2025 – “Dopo aver passato cinque anni di fuoco e fiamme, super concentrati sul nostro futuro, una pausetta ci sta” dicono i colorati Matteo Botticini, Francesco Emanuele Clemente e Enrico Fonte, pardon Theø, Plant e Fiks, in scena il 7 gennaio all’Alcatraz nell’ambito di quel “La Sad è 4 Life” che ha messo a dura le coronarie dei fans utilizzando nei comunicati la dizione “ultimo tour”.
Allarme (rosso) quasi subito rientrato con la specifica: “Questa non è la fine de La Sad, perché La Sad non finirà mai, ma solo una nuova season”. Insomma, l’ambizione del trio è dunque quella di dar sfogo alle rispettive ambizioni soliste prima di ripartire assieme da lì dove li lascerà questo “ultimo” giro di concerti. Sempre che il pubblico, appassionato più all’idea di punk band che alle sue individualità, non gli abbia frattanto voltato le spalle.
Nonostante le precisazioni, un po’ di scoramento c’è stato.
“Un anno fa, Natale e Capodanno li abbiamo passati facendo mille cose nell’attesa del Festival di Sanremo. E il resto dell’anno non è stato da meno. Ecco perché il 2025 abbiamo deciso di vivercelo in maniera un po’ più rilassata, facendo delle scelte e prendendoci delle tempistiche più personali. D’altronde, La Sad è sempre stato più un collettivo che una band”.
E ora?
“Proviamo a sfogarci ciascuno come gli viene senza dover rendere conto, per una volta, agli altri. Individualmente siamo più evoluti di un tempo e pensiamo di poter portare alla gente quelle individualità compresse finora dalla formula del gruppo”.
Cosa è rimasto indietro?
“Banalmente, la possibilità raccontare noi stessi. Anche se del passato non rinneghiamo niente perché il messaggio rimane immutato. Solo che, per qualche tempo, certi temi li toccheremo individualmente. Senza cambiare mood o wave, ma guardandoli ciascuno attraverso la propria ottica. Non aspettatevi, quindi, dei reggaeton”.
Tre momenti di quest’anno senza respiro che v’hanno segnato?
“Sicuramente l’ultima data del tour estivo al Carroponte. Epica e con un sacco di ospiti, a cominciare da J-Ax, Pinguini Tattici Nucleari, Naska. Altro ricordo indelebile, la pubblicazione dell’album ‘Odio La Sad’ con tutti gli occhi dei media addosso, qualcosa d’incredibile visto che fino a due anni fa facevamo uscire i nostri dischi nei bar. Terzo, Sanremo, per quello che ci ha lasciato dentro, ma anche per quel che siamo riusciti noi a lasciare su quel palco”.
Potendo aggiungere un quarto momento indelebile?
“Il viaggio in van, durante il Festival, con i Ricchi e Poveri”.
Niente concerto di Capodanno.
“Avremmo voluto ‘grattare’ pure noi, come fanno in tanti, ma nessuno ce l’ha chiesto”.
Avete già deciso il ritorno?
“Ancora no. Ma siamo amici, ci sentiamo con frequenza, e al momento giusto non ci saranno problemi”.
Prima o poi lo faremo?
“Provare a diventare internazionali. Quello di poter andare all’estero e, magari, riuscire a collaborare con artisti stranieri era uno degli obiettivi di quando ci siamo messi assieme e rimane tale”.
Chi tiferete a Sanremo?
“Giorgia, Lucio Corsi, The Kolors, Irama, Rose Villain. Ma anche i Modà mica male…”.