Hayez, 120 opere in mostra dal 6 novembre alle Gallerie d'Italia

Il pittore è stato grande interprete del romanticismo, ci saranno le opere allegoriche, quelle storiche, i ritratti (Manzoni, principessa di Belgioioso) e gli autoritratti

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Milano, 13 settembre 2015 - I capolavori di Francesco Hayez, tra i protagonisti del romanticismo pittorico italiano ed europeo, arrivano a Milano per una grande mostra allestita dal 6 novembre al 21 febbraio negli spazi monumentali delle Gallerie d'Italia. Opere come i celeberrimi ritratti del Manzoni o della Principessa Belgiojoso, le opere di ispirazione storica, sacra o mitologica, le suggestioni orientaliste, i meravigliosi e sensuali nudi femminili. Saranno esposte circa 120 opere provenienti dalle maggiori collezioni, pubbliche e private, con numerose novità, a partire dal Bacio, dipinto-icona dell'arte di tutti i tempi, qui presente per la prima volta nelle tre versioni realizzate dal maestro ottocentesco, e dalle lunette affrescate destinate all'ufficio della Borsa di Venezia, a Palazzo Ducale, mai viste in pubblico.

«Era dal 1983 che a Milano non si organizzava una mostra su questo grande artista», dice il curatore della rassegna Fernando Mazzocca, sottolineando come Hayez fosse diventato, nel corso della sua lunga attività, proprio in questa città il protagonista assoluto delle arti. Eppure nasce a Venezia, da padre francese, e solo a 30 anni, già famoso (e pupillo del Canova), si stabilisce nella capitale del Regno Lombardo-Veneto, dove diviene il maggiore interprete delle inquietudini del Risorgimento e, con Manzoni e Verdi, contribuisce a costruire l'unità culturale del paese, ancora prima che questa diventi politica.

«Hayez è morto a 91 anni, ha attraversato praticamente un secolo di pittura - spiega Mazzocca - quindi ha assistito a molti cambiamenti del gusto, senza mai cedere nell'impareggiabile stile, bensì affinando ispirazione e tecnica e cimentandosi nei più diversi generi, sempre con grande successo». Il percorso espositivo, che affianca alle grandi tele, alle tavole, ai disegni anche le opere di Antonio Canova e del suo seguace Vincenzo Vela, destinato a diventare il maggiore interprete del Romanticismo in scultura, si svilupperà per temi e cronologicamente, cadenzato dai famosi autoritratti di Hayez, partendo da quello realizzato in giovane età a testimoniare gli esordi neoclassici. Del resto nell'esposizione avranno particolare rilievo le tematiche elaborate dall'artista in chiave di allegorie moderne, al fine di esprimere le attese risorgimentali.

Ecco quindi la Malinconia, la Meditazione o il celeberrimo Bacio, uno dei dipinti più riprodotti dell'intera storia dell'arte, di cui saranno allestite tutte e tre le versioni, compresa quella con cui Hayez partecipò all'Esposizione Universale di Parigi, che ne decretò la fortuna planetaria. Non mancheranno le opere di carattere storico come 'La morte di Abradate' (1813), 'Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima crociatà e dipinti mai visti o non più esposti dall'800. Tra questi, dieci lunette che facevano parte di un ciclo di affreschi realizzato nel 1819 per decorare l'ufficio della Borsa di Venezia, a Palazzo Ducale. L'insieme, che aveva suscitato l'ammirazione di Stendhal nel suo soggiorno a Venezia del 1828, ne contava quattordici, ma quattro sono andate perdute. Le restanti, distaccate e a lungo dimenticate nei depositi di Palazzo Ducale, sono state ora recuperate con un impegnativo restauro realizzato anche con il contributo di Intesa Sanpaolo.

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