ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Guappecartò, tango di un’anima migrante

Il gruppo italiano suonava per strada a Parigi, poi nei caffè. Sul palco il tributo a un compositore sconosciuto

I Guappecartò

Milano, 13 febbraio 2020 - Quella dei Guappecartò, in scena domenica prossima allo Spirit de Milan è musica migrante, col pensiero triste del tango. D’altronde i Guappi di Cartone vivono a Parigi, approdo privilegiato negli anni Settanta dei tangueri in fuga dall’Argentina di Videla. "È stato il nostro violinista Marco, che tutti - tranne la madre - chiamano O Malamente, a suggerirci di trasferirci lì", spiega Claudio Del Vecchio, alias Dottor Zingarone, fisarmonicista del quintetto, in cui figurano pure Mr. Braga al contrabbasso, O Brigante alla batteria, e Frank Cosentini alla chitarra.

«Scelta giusta , perché dai concerti in strada siamo passati a quelli nei caffè, incontrando grande attenzione. È stato sulla strada che ci siamo resi conto di poter raccontare storie senza cantato, facendo presa solo con i nostri strumenti, davanti al cappello pieno di banconote e monete". La colonna sonora de “La gatta Cenerentola”, il film d’animazione ispirato due anni fa alla fiaba di Giovanbattista Basile e all’opera di Roberto De Simone candidata a due Nastri d’Argento ha attinto musiche (“November wave”) dal loro quarto album “Rockamboles”, così come hanno fatto pure il docufilm “Soyalism” di Liberti e Parenti, lo spettacolo teatrale “Ensemble” di Fabio Marra e l’opera contemporanea “Occitane” di Emanuele Filipo. Il quintetto de “L’amour c’est pas grave” arriva allo Spirit de Milan col repertorio dell’ultimo progetto “Sambol - Amore Migrante”, nove rivisitazioni imperniate sull’opera di Vladimir Sambol, compositore degli anni ’30 nato a Fiume ed emigrato in Svezia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Uno sguardo retró prodotto da Stefano Piro, a cui prestano suono e sentimento pure il violoncellista Vincent Segal, Daniele Sepe e Marzouk Mejri. "È stata la figlia di Sambol, Mirjam Sambol Aicardi, a chiederci di rivisitare la musica di suo padre", spiega Del Vecchio. "Lei è svedese, ma vive a Pietra Ligure. Così, dopo averci visto in concerto, ci ha chiesto se fossimo disposti a far rivivere quelle composizioni in chiave moderna; l’idea originaria era di farne omaggio alla madre pianista Jone, ma durante la lavorazione il nostro produttore s’è reso conto che avrebbero potuto diventare un vero progetto discografico. Insomma, abbiamo realizzato il nostro primo “tribute album” per uno sconosciuto; anche se con una storia avventurosa alle spalle, visto che Sambol sfuggì dal bagno di sangue dell’occupazione jugoslava fuggendo verso Trieste a piedi sotto la neve portandosi dietro un sax e un clarinetto”.