Milano – Palazzo Citterio, nuovo fulcro nella vita culturale milanese, per turisti e cittadini. E ieri, finalmente, calato il sipario della Prima e le inaugurazioni per i vip, è stato il turno dei comuni cittadini, i fortunati che sono riusciti a prenotare gli slot di visita. Ma anche chi non aveva la prenotazione è riuscito comunque a visitare il museo. Complessivamente sono entrate 787 persone. “Abbiamo visto dei video su Instagram - racconta Francesco - e io e i miei amici, una moldava, un siciliano e una libanese, abbiamo deciso di venire. Code? Abbiamo solo atteso un pochino e poi siamo entrati. La collezione permanente, Jesi e Vitali, ci è piaciuta molto, la didascalie invece sono troppo piccole e poco intuitive”.
Come annunciato dal direttore della Pinacoteca Angelo Crespi la nuova sede di Brera vivrà poi questa “fase di sperimentazione” con aperture dal giovedì alla domenica, dalle 14 alle 19, dovute alla mancanza di personale. Già perchè spenti i riflettori sull’inaugurazione, i problemi restano eccome. E dalla Uil Lombardia è partito un nuovo appello affinchè il “ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dimostrino con azioni concrete il loro interesse per il futuro del polo museale.
Un intervento ministeriale non è più rinviabile: è necessario un piano strutturato di assunzioni che garantisca la piena operatività di Palazzo Citterio e dell’intero sistema museale della città”. Ieri per garantire l’apertura al pubblico sono stati organizzati servizi con 13 dipendenti della Pinacoteca, dieci assunti di Ales e cinque fra agenti di sicurezza. Tutto sommato, assicura una fonte interna al museo, “questa prima giornata di apertura al pubblico si è svolta tranquillamente. Qualcuno confonde ancora gli orari di Palazzo Citterio con quelli della Pinacoteca; e si sono presentati visitatori che mostravano siti con orari e informazioni non corrette”.