
Giovanni Caccamo
Milano – Un mese dopo aver presentato il suo “Manifesto del cambiamento” ai parlamentari di Palazzo Madama col placet della senatrice a vita Liliana Segre, Giovanni Caccamo porta al Museo del 900 la mostra “La forma delle parole“, ispirata a questa sua opera impreziosita dalla prefazione di Papa Francesco.
Se il volume edito da Treccani raccoglie l’idea di futuro di 60 giovani tra cui Paola Egonu, Angelina Mango, Alice Pavarotti, Francesco Cafiso, Lorenzo Luporini, il suo sviluppo artistico è rappresentato dalle opere ispirate dalle loro parole a dieci maestri dell’arte contemporanea: Arnaldo Pomodoro, Pistoletto, Fabrizio Plessi, Maurizio Cattelan, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Guido Strazza, Mimmo Jodice, Giulia Napoleone, Mimmo Paladino.
Caccamo, questa mostra in Sala Forti dal 21 al 26 novembre è il punto d’arrivo del progetto avviato due anni fa con l’album “Parola”?
"Quasi. Questo progetto nasce, come l’album, in risposta all’appello con cui lo scrittore Andrea Camilleri ha spronato i giovani a dar vita ad un nuovo umanesimo mettendo al centro la parola. Uno sguardo al domani che mi piacerebbe ora allargare su scala mondiale, coinvolgendo pure i ragazzi di altri Paesi".
Dopo il suo primo passo, ne sono arrivati molti altri.
"All’inizio la mia risposta d’artista è stato il disco con canzoni ispirate a testi letterari con le voci compagni di viaggio di altre generazioni rispetto alla mia come Patti Smith, Michele Placido, Aleida Guevara, Willem Dafoe, poi la consapevolezza del fatto che per far partire un nuovo umanesimo servisse una risposta più massiccia m’ha spinto verso un concorso di idee".
Realizzato come?
"Ho chiesto a tutti i giovani con meno di 35 anni: cosa cambieresti della società in cui vivi e qual è la tua parola di cambiamento? Le risposte, più di mille, sono arrivate nelle tavole rotonde che abbiamo organizzato in carceri, università, centri d’accoglienza, ma anche via web. E i testi più luminosi hanno trovato poi spazio nel libro".
Quali sono le altre declinazioni artistiche del progetto?
"Con 15 dei ragazzi abbiamo dato vita all’ ‘Agorà del cambiamento’ trovandoci nei Musei Vaticani, sotto l’affresco ‘La scuola di Atene’ di Raffaello, per redigere un elenco di valori e proposte concrete per innovare la società. La seconda è stata proprio quella di affidare alcuni testi ad importanti artisti contemporanei invitandoli a creare sulle loro suggestioni. Infine, la creazione del Muro del Cambiamento, ispirato al Muro del Pianto, visibile anch’esso alla mostra al Museo del 900. La stessa allestita in agosto al Meeting di Rimini e visitata pure dal presidente Mattarella".