
Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri
Milano, 8 agosto 2014 - Chi ha "inventato” la Costa Azzurra? Giuseppe Scaraffia, intellettuale raffinatissimo ed eccentrico, francesista che forse meglio interpreta in Italia lo “spirito francese”, non ha dubbi: l’hanno “inventata” gli intellettuali, gli artisti, gli scrittori frequentando, per oltre due secoli, il lungo e fascinoso boulevard che incomincia a Cannes e finisce a Mentone. Sessanta chilometri d’incanto costeggiati da lussuose dimore e non meno affascinanti residenze per quanto modeste, sovrastati da colline che sembrano gettarsi nel Mediterraneo dove amori e furori, illusioni e delusioni, pacificazioni e rancori si sono intrecciati tra uomini e donne le cui esistenze sono state, comunque le si voglia giudicare, trame romanzesche dispiegatesi sullo scenario della Costa Azzurra per brevi o lunghissimi periodi. Tutte le passioni sembrano essersi concentrate su quel tratto di mare dove, girando gli angoli più improbabili di Nizza e Cap d’Antibes, Juan-Le-Pins e Cap-Ferrat, Montecarlo e Baulieu, Vence e Tamaris, Porquerolles e Saint-Tropez è possibile scorgere le sagome di Simenon e Drieu la Rochelle, Cocteau e dei Mann, di Montherlant e di Fitzgerald, di Céline e di Apollinaire, di Proust e di Gide e perfino di Sade e Nietzsche in compagnia di Kiki o di Valery tutti intenti a lottare con qualcosa e per qualcosa, fosse pure un brandello di vita come D.H. Lawrence, o un impossibile amore o un amore troppo facile da renderlo impossibile. E poi il tutto sovrastato dalla letteratura, maneggiata da ricercatori infaticabili di fantasie che là, sul mare scottato dal sole o battuto dalle tempeste, sembrava trovare il clima per crescere tra l’ostinazione del piacere e l’incanto da preservare.
Scaraffia in questo suo “romanzo” della Costa più seducente e sensuale del mondo raccoglie frammenti di inesausto amore e di implacabile odio gettandoli come fossero coriandoli tra le nostre letture ordinarie. L’effetto che ottiene è davvero singolare: l’instaurazione di un legame tra l’infinita spiaggia dorata percorsa da centinaia di intellettuali e porzioni delle loro vite che si sono riversate, forse del tutto inconsapevolmente, nelle opere che hanno prodotto. Sarebbe interessante, per esempio, sapere quanto dei soggiorni in Costa Azzurra c’è nei romanzi di Hemingway, mentre non è un mistero che le atmosfere di Marsiglia, per esempio, hanno ispirato copiosamente Simenon.
Se questo libro, come è stato detto, è un omaggio agli “ultimi fuochi” di un’epoca che poneva il pensiero a stretto contatto con l’esperienza, è pur vero che è anche l’elenco di molti “fuochi fatui” che s’accesero soprattutto nel secolo scorso in quei sessanta chilometri di paradiso e di passioni il cui fascino s’accresce con il trascorrere del tempo. Giuseppe Scaraffia, “Il romanzo della Costa Azzurra”, Bompiani