Varese – “L’abitudine”, il singolo scritto con Fabio Ilacqua in radio da aprile, è una delle sorprese dello spettacolo con cui Francesco Gabbani sfoglia la margherita di un’estate ricca di promesse che lo vede protagonista domani sera, sabato 22 luglio, ai Giardini Estensi di Varese affiancato dal fratello Filippo alla batteria, Lorenzo Bertelloni alle tastiere, Giacomo Spagnoli al basso e MarcL’o Baruffetti alla chitarra.
Francesco, lo show s’intitola “Ci vuole un fiore”, come il programma ambientalista che ha condotto su RaiUno. Perché?
"L’ho fatto un po’ per coerenza col mio recente passato televisivo e un po’ per i piccoli monologhi che ho messo nello spettacolo per condividere ricordi d’infanzia e di come, fin da bambino, mi sono innamorato della natura. Il mio intento, infatti, è quello di provare a sensibilizzare il pubblico che verrà ad assistere al concerto in modo piacevole e non invadente".
E in repertorio cosa ha voluto?
"Ci sono tutte le canzoni che hanno segnato il mio percorso, anche se per non esagerare mi sono imposto di rinunciare a qualcosa. Chi paga un biglietto per venirmi a vedere si aspetta di vivere certe emozioni che non gli posso certo negare. Ma col passare del tempo cresce anche la difficoltà nel comporre scalette che accontentino tutti. Comunque, oltre ai pezzi che hanno fatto la mia fortuna, c’è pure qualche cover che ho fatto all’interno del programma e che mi piace eseguire dal vivo".
Vale a dire?
"Beh, cose come ‘Bocca di rosa” di De André o ‘Il mio canto libero’ di Battisti".
La strada finisce il 9 settembre nella sua Carrara.
"Quello lo concepisco come un concerto unico, svincolato dal resto del tour. Non solo perché è il giorno in cui compio 41 anni, ma perché per la prima volta mi esibisco nella mia città. Strano ma vero, con le varie giunte comunali che si sono susseguite finora, non eravamo mai riusciti ad organizzare un concerto a Carrara. Ecco perché, in modo un po’ ironico, ho voluto intitolarlo ‘Finalmente a casa’. Era ora di riuscirci, perché i carraresi mi hanno sempre sostenuto, facendomi sentire, a dispetto del proverbio, ‘propheta in patria’. Finalmente potrò ringraziarli".
Un dono di compleanno che le piacerebbe in questa festa con la sua gente?
"Un ospite internazionale che viene però dalle mie parti: Zucchero. Da bambino lo vedevo aggirarsi nel negozio di strumenti musicali di mio padre e sognavo anch’io di poter seguire, un giorno, la sua strada".