Federico Dragogna, 40 anni suonati… da solo: “Questo sono io, libero e in crisi”

Il chitarrista dei Ministri debutta da solista con “Dove nascere”: “Un disco nato in solitudine con chitarra e computer, ma dal vivo sarà suonatissimo”. Sabato 6 maggio alla Latteria Molloy di Brescia

Federico Dragogna

Federico Dragogna

Milano – A Federico Dragogna gli ci sono voluti vent’anni tondi tondi per scartare di lato la strada segnata assieme ai Ministri e regalarsi il suo primo album solista. Sul mercato da venerdì, “Dove nascere” coglie il chitarrista milanese lì dove non ti saresti aspettato di trovarlo, davanti ad orizzonti differenti rispetto a quelli esplorati per due decenni con i sodali Michele Esposito e Davide “Divi” Autelitano spaziando dall’anima lenta di “Spugna” a quella in fuga di “Scomparire il rumore” alla strizzata d’occhio a Brian Eno (almeno nel titolo) di “Musica per aeroporti”.

Federico, l’album è nato piano piano.

"Direi proprio di sì, le canzoni più vecchie le ho scritte addirittura nel 2017-18. Sono contento di essere riuscito a concretizzare tutto a 40 anni perché questo rende ‘Dove nascere’ un disco sulla crisi di mezza età, con tutto quel che ne consegue. Ma lo sottoscrivo in ogni parola e in ogni nota".

Cosa significa?

"Metterci la faccia è importante, perché ti accolla la responsabilità piena di quel che fai. Quindi un impegno diverso dai progetti in condivisione col resto della band. E poi, per quanto la sua tavolozza cromatica possa essere ampia, il rock qualche modo di essere, qualche meccanismo,  se lo porta dietro comunque, mentre io volevo essere libero".

Mai sentito prima questo desiderio?

"Sì. Quando ho cominciato a produrre altri artisti, ad esempio, molte band mi mandavano le loro idee e dovevo spiegargli che provavo ad avventurarmi in nuovi campi proprio per fare qualcosa di diverso dal rock. Il disco solista è un ulteriore passo avanti. Un modo per dire: questa è la mia voce, queste sono le mie parole, giudicatemi per questo".

Sabato 6 maggio debutta alla Latteria Molloy di Brescia il tour atteso pure il 28 maggio al MiAmi di Milano.

"Queste canzoni sono nate tutte in solitudine, con tanta chitarra e il personal computer. Ma il live sarà suonatissimo perché io, un po’ da boomer, non mi fido tanto dei computer sul palco".

Un’ultima curiosità, perché in copertina ha voluto la foto virata tenerezza di una (intrepida) ragazzina con tanto di pitone sulle spalle?

"Sei o sette anni fa, a casa di una mia amica fotografa, mi sono ritrovato davanti quella sua foto giovanile e ho detto: il giorno che inciderò il mio primo disco solista questo sarà lo scatto di copertina. Così è stato. Raffigura lei bambina che al circo accetta di farsi fare fotografare col serpentone sulle spalle, vincendo le paure dell’età. Ecco per me questo disco è un po’ come aver alzato la mano alla domanda del circense: chi vuol farsi la foto col pitone?".

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