Elsa Martignoni: "Grazie al violino sono rinata, che emozione Sanremo"

Scelta tra gli archi nell’orchestra dell’Ariston. "I miei cantanti preferiti? Irama, Yuman, Aka7even ed Elisa"

Elsa Martignoni

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«La musica guarisce le ferite. Essere su quel palco, per me è stato come rinascere dopo il Covid". Elsa Martignoni, violinista milanese di fama internazionale conosciuta per le sue esibizioni con il violino elettrico e seguita da oltre 31mila persone sui social, è appena rientrata in città dopo aver suonato nell’orchestra del Festival di Sanremo. Il suo terzo anno all’Ariston. "Non consecutivo".

Qual è stato l’anno “saltato“? "Il 2021. Purtroppo mi sono ammalata di Covid il 14 ottobre del 2020 e mi sono negatizzata a fine novembre, quando non c’erano ancora i vaccini. Per fortuna non sono stata ricoverata in ospedale ma sono stata malissimo, mi sentivo sempre stanca, come schiacciata da una pressa. Gli strascichi sono durati per mesi e, per un anno, ho perso gusto e olfatto. Non potevo affrontare Sanremo".

Ma nel 2022 è tornata... "Esatto. Ero così contenta per essermi rimessa in sesto che ho vissuto tutto molto intensamente, grata alla vita. Emozionata come se fosse la prima volta, nonostante non sia più una “ragazzina“ (ha 50 anni, ndr) e dopo aver suonato nell’orchestra della Scala, alla Verdi, per la Rai. A Sanremo sono tornata dopo aver presentato nuovamente il mio curriculum. Ed essere scelta, di nuovo, tra gli “archi“, è stato un orgoglio. Stare su quel palco stringendo il mio violino, con addosso un magnifico abito da sera, ha segnato l’inizio della mia nuova vita, professionale e non, dopo la malattia. Per me questa esperienza ha segnato davvero la ripartenza".

È stata definita “violinista rock“. È d’accordo? "Io amo considerarmi piuttosto una violinista non convenzionale. Perché suono qualunque genere: io penso che il violino sia uno strumento versatile, che si sposi con tutto. Con il pop, con la musica house, anche con la techno e il rap. Io ascolto il ritmo, prendo la nota e vado a orecchio lasciandomi trasportare. Ho iniziato per caso, 20 anni fa, accompagnando un dj alla consolle. Mi si è aperto un mondo: io ho una formazione accademica, da Conservatorio, e fino ad allora mi ero cimentata solo con la musica classica".

Le sue canzoni preferite di questo Sanremo? "Mi piace molto il brano di Irama, per il messaggio che lancia: attraverso il ricordo puoi avere accanto anche una persona che non c’è più. Anche quello di Yuman, che a un certo punto dice “grido forte che sto bene“ (mi sono immedesimata, considerando l’anno che ho vissuto). E poi il brano di Aka7even, “Perfetta così“: dovremmo ricordarlo, noi donne, che spesso ci sentiamo inadeguate. Non guasta pensare di più a sé, sentirsi belle. E come non citare Elisa? Artista straordinaria e umile. Alle prove, prima di cominciare, ha ringraziato tutti noi".

Il momento più bello? "Ogni volta che raggiungevo il mio posto e prendevo in mano il mio violino. Soprattutto, ho adorato suonare di nuovo in un’orchestra, fianco a fianco con gli altri, seppur con i distanziamenti e seguendo tutte le regole anti Covid. Ho sentito tutto il calore che mi era mancato nei lunghi mesi di malattia". Il video su www.ilgiorno.it

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