"Per favore, mi può dare la mano?". I medici raccontano la pandemia

Trentasette voci, per lo più di dottoresse, nel libro “Emozioni virali”: i diritti d’autore alle famiglie degli eroi morti sul campo

Valentina Basile

Valentina Basile

Milano, 12 luglio 2020 - «La prima volta che mi è venuto da piangere è stata davanti al primo morto, un esile vecchietto che indossava un pigiama marrone a rombi. Il direttore sanitario dice che non ci si abitua mai alla morte e penso che abbia ragione. La seconda è stata per una paziente che mi aveva chiamata per regalarmi il suo bavaglino pulito: “Lo prenda lei e lo porti al suo bambino, io sono vecchia, non mi serve“. La terza quando un signore di 93 anni mi ha chiesto: “Per favore, può darmi la mano per un po’?“".

"Quando mi sono laureata, all’età di 25 anni - racconta Valentina Basile - mai avrei immaginato di ritrovarmi a fronteggiare, dopo sei mesi, una situazione come questa". Quella della giovanissima Valentina è una delle esperienze entrate nel libro, “Emozioni virali” (sottotitolo “Le voci dei medici dalla pandemia”, Il Pensiero Scientifico Editore), i cui diritti d’autore saranno devoluti alle famiglie degli “eroi“ morti sul campo. Trentasette racconti, in maggioranza di donne medico, ambientati soprattutto nelle aree più colpite come la Lombardia e la medicina di base, che spiegano come la Fase 1 sia stata vissuta da tutti i medici italiani con angoscia e rischi crescenti, ma pure con spirito di condivisione.

Un’avventura nata da un gruppo Facebook per soli medici, al quale durante il lockdown si sono iscritti in oltre centomila, in cerca di aiuto professionale, psicologico e pratico. Qui, fra i tanti post tecnici, sono arrivati anche gli sfoghi di chi vedeva ammalarsi o morire pazienti, familiari e colleghi, tanto che Luisa Sodano, medico igienista curatrice del volume, ha lanciato l’idea di realizzarne un libro. Il risultato è arricchito da una postfazione del medico-scrittore per eccellenza, Andrea Vitali. Fra gli autori, medici e pediatri di base, ospedalieri, ricercatori, liberi professionisti, medici militari, neolaureati e specializzandi, che nel loro insieme fanno capire da un lato le tragedie, dall’altro i miracoli di autorganizzazione e di resilienza, avvenuti in Italia. "Ci sono tante chiavi di lettura - riassume Luisa Sodano -. C’è quella della denuncia, dove si racconta bene la valanga che si è abbattuta su di noi e che ci ha trovati impreparati".

Come scrive Maria Concetta Del Beato, di Martinengo (Bergamo), che racconta la difficoltà nel reperire mascherine e guanti e come questi dispositivi essenziali di protezione le siano arrivati dall’edilizia. Ma ci sono anche le testimonianze dei medici che sono diventati pazienti, come Jacob Panzeri, di Verano Brianza: "Cari colleghi, lunedì avrei dovuto aprire il mio ambulatorio, invece mi hanno ricoverato. Ora devo affrontare la prova più dura, ho paura... Dove ho sbagliato? Ho pensato a tutte le visite che ho fatto: rifarei tutto". "Il nostro non vuole essere un libro strappalacrime, ma un libro lucido, dal quale traspaia la pietas, la capacità dei medici di essere empatici e di commuoversi davanti ai pazienti". La prima presentazione pubblica giovedì sera a Martinengo, che ha contato 101 morti attribuibili a SARS-CoV-2.  

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