I Coma_Cose: "Il nostro Due in una Milano spettrale"

"Abbiamo scritto entrambi i brani sulla solitudine a ottobre in tempi non sospetti"

I Coma_Cose

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Milano, 21 marzo 2020 - In questi giorni di solitudini pure un titolo romantico come “Due” sembra portarsi dietro un senso di estraniante isolamento. “La solitudine volendo si vive in due, io & io, anche se noi intendiamo quel termine come unità di condivisione”, spiegano i Coma_Cose, tornati proprio ieri sul mercato con un ep di due brani che corroborano quanto di buono messo in campo giusto un anno fa con l’album di debutto “Hype aura”. “Nella vita di coppia si è in due, i pezzi dell’ep sono due, e ciascuno può avere due letture distinte, le nostre. Quindi, più che solitudine, quel ‘Due’ esprime socialità”. Non potrebbe essere diversamente per Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, meglio conosciuti come Lama e California, protagonisti dal 2016 di uno dei sodalizi più interessanti dell’electro-rap indipendente. “Entrambi i brani li abbiamo scritti ad ottobre, in tempi quindi non sospetti, anche se è intrigante avere l’ennesima dimostrazione di quanto la solitudine faccia parte della natura umana. Ma quella di cui parliamo in ‘Guerre fredde’, uno di due brani, non è la solitudine della quarantena, è qualcosa di più profondo ed esistenziale”.

Nel 2017 avevate rotto il ghiaccio con un altro ep, “Inverno ticinese”. Da cosa nasce l’esigenza di uscire con due canzoni invece di aspettare l’intro album? "Nasce dal bisogno di ricaricare le pile. Visto che stanno affiorando cose molto belle, ma anche molto diverse rispetto alla produzione passata, prima di mettere le mani sul nuovo disco ci siamo concessi un inverno di ricerca. Tanto a livello compositivo che produttivo (dietro alla console c’è Asian Fake) ‘Guerre fredde’ e ‘La rabbia’ rappresentano quindi un punto intermedio del viaggio che da ‘Hype aura’ ci sta portando non so dove".

Ne “La rabbia” parlate del Mediterraneo come di un “nuovo Acheronte”. "È la trasfigurazione poetica di un mare rosso-sangue; quello di migrazioni e di vite inghiottite dalle onde".

Siete stati fra i primi ad inaugurare le dirette web, esibendovi alle Officine Meccaniche con Francesca Michielin per presentare assieme il singolo “Riserva naturale”. "Nonostante il clima particolare, quel giorno nessuno si sarebbe immaginato che nel volgere di qualche giorno la situazione si sarebbe fatta tanto difficile".

Fuori dalla vostra finestra che città c’è? "Vivendo la vita periferica di Brenta-Corvetto, non abbiamo avvertito troppo lo svuotamento, ma le immagini del centro danno l’idea di una Milano spettrale. Dura da riconoscere".  

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