Milano, 23 settembre 216 - Coez, l'artista romano classe 1983, ha sempre avuto qualcosa che lo distingueva dai colleghi rapper: un’innata propensione alla melodia, tanto da venir ospitato non di rado nei dischi altrui per il suo inconfondibile flow che, il più delle volte, sfiorava il “cantato”. Assecondata questa sua inclinazione e superato ogni sorta di scetticismo, oggi lo ritroviamo avviarsi sul sentiero della musica pop.
Lucido e consapevole del cambiamento tanto che il suo ultimo disco è un’autentica ammissione di quiete: “Niente che non va”. Una convinzione a cui il pubblico ha saputo dar ragione. L’album pubblicato un anno fa, si è infatti piazzato con disinvoltura al secondo posto della classifica Fimi, lasciandosi alle spalle artisti come J-Ax, Tiziano Ferro e Jovanotti. Sulla scia degli ultimi sold out collezionati nei club, Coez sarà in concerto questa sera, 23 settembre, alle 22 ai Magazzini Generali di Milano con il suo “Ti sposerai Summer tour”.
Coez “rapper” o Coez “cantautore”? Quale definizione oggi la rappresenta al meglio? «Spero che in futuro smetteranno di chiedermelo perché non so dare una risposta precisa, sarebbe come spiegare un quadro a parole. Non amo essere catalogato».
Come mai questo allontanamento dall’hip hop? «Mi ero stufato di fare solo hip hop, e visto che ascoltavo anche altro ho provato a cimentarmi in qualcosa di diverso con molta naturalezza».
“Niente che non va”. E perché questo titolo per l’album? «Bella domanda! È un disco molto colorato, fatto in un periodo abbastanza positivo della mia vita, e non credo ce ne saranno molti altri così».
Nella cover del disco è evidente la sua somiglianza a Cesare Cremonini... Ci ha fatto caso? E musicalmente si è mai ispirato a lui? «No, in realtà non ci avevo mai fatto caso. Credo che quando esci dal nulla il pubblico deve sempre associarti a qualcuno o qualcosa, stimo Cremonini anche se non rientra più di tanto fra i miei ascolti».
Cosa ci aspetta questa sera ai Magazzini Generali? «In questo tour abbiamo inserito un inedito, che proporremo a Milano come nelle altre date. Devo dire che abbiamo suonato parecchio quest’anno, e chi viene agli ultimi live trova per forza di cose un gruppo più maturo e rodato a intrattenere il pubblico».
E con Milano che rapporto ha? «Milano mi piace, sono anni che faccio avanti e indietro. A differenza di Roma la trovo una città a misura “Duomo”».